Vecchia Signora, quanti lifting ancora? – Di Marco Murri

Calcio In Primo Piano

Gianni Morandi cantava che la trovava bella e non gli faceva paura, ma la Signora in questione non era di certo la Madama bianconera, perché quella sì, a oggi, può anche arrivare a spaventarli i propri tifosi.

Non paga del tonfo subìto, l’ennesimo in Champions League, la nuova e rampante Dirigenza capeggiata da Andrea Agnelli si distingue per mancanza di tatto, tempismo e coerenza; tutto in un sol colpo, profanando lo stile antico che fu di Giampiero Boniperti, quando ancora poteva essere sì invidiata, ma non odiata.

Davvero credono che il bistrattato Sarri sia il portatore insano di tutte le colpe della stagione? Eppure il signor Sarri non è proprio l’ultimo degli stupidi, visto e considerato il suo grande e onesto percorso, fatto di umane e plebee rinunce, quali una carriera sicura in banca, una gavetta che spazia dalla Terza categoria alla vittoria dell’Europa League, passando attraverso la benedizione di Pep Guardiola, l’anno in cui ci giocò contro proprio in Champions…

L’impressione che si ha, se si riesce a rimanere distaccati quanto basta per essere lucidi, è che si assista sempre più a una bizza infantile da parte di proprietari intenti a giocare a fare i manager, dimenticandosi che molto raramente utile e dilettevole nel Calcio vanno a braccetto. Per dirla meglio, un tempo, ma neanche troppo tempo fa, se volevi avere successo con il tuo giocattolino, dovevi comportarti da Mecenate: da Agnelli (Gianni, ca va sans dir) a Moratti, da Berlusconi a Pellegrini, da Viola a Cragnotti, chiunque avesse ambizione di vittoria creava i presupposti attraverso campagne acquisti faraoniche, e non aspettava certo i saldi di fine estate, come ormai da tempo accade alla società di Piazza Crimea. Per non parlare della piroetta da voltagabbana con cui si dà un colpo di spugna a un progetto sposato chissà con quali altri criteri se non un invaghimento nato dopo il goal di Koulibaly allo “Stadium”.

Ma veramente all’ombra della Mole credono che basti puntare i piedi e cambiare ogni volta la bambinaia, per arrivare a ottenere l’agognato premio cui anelano da anni? In una serata dove sono state quasi più le scriminanti che le accuse, hanno fatto proprio quello che il signor Sarri, sagace toscano che sa di vita oltre che di Calcio, aveva preannunciato: “Sarebbero dei dilettanti se dovessero prendere una decisione sull’onda emotiva di una partita”: detto, fatto.

E ora, ecco uno di loro, uno degli eroi cui tutto è concesso, perché fanno parte del solito clan di privilegiati cui è consentito sinanco un rutto, perché gli addetti ai lavori lo trasformeranno in gorgheggio. È molto più facile dare addosso a chi non è un ex-Campione del mondo piuttosto che provare ad accontentare le richieste di chi si è ritrovato a dover convincere Nedved e Paratici a non cedere Dybala lo scorso agosto all’Inter, o a dover reimpostare Cuadrado terzino dopo che gli hanno venduto Cancelo. È senza dubbio più semplice e mentalmente meno dispendioso appoggiare i piagnistei di un Campione del mondo per una decisione arbitrale (peraltro corretta) dopo un’eliminazione sacrosanta contro il Real Madrid, piuttosto che fornire un alibi più che giusto a Maurizio dopo un rigore inesistente che gli ha messo di fronte un Everest da scalare, e che per metà ha scalato rimontando. Ma l’analisi logica in casa Agnelli se n’è andata assieme all’Avvocato.

E così, per appianare le rughe, ecco che, intervento dopo intervento, il volto assume le sembianze plastificate di una Vecchia e stupidamente Vanitosa Signora, che non ha capito che sarebbe stato meglio accettare con stile il trascorrere del tempo, se questo poi fosse stato adoperato a dovere e con competenza e dedizione, senza plusvalenze e listini azionari da Piazza Affari.

Che da Pirlo a Pirla è un vento, domandatelo a chi non è mica un pirla…

(La foto in apertura di servizio di Ronaldo è di #MattiaOzbot)

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