L’abbiamo scritto spesso, ripetuto, parafrasato ed elogiato: essere interisti è diverso. L’interista lo sa, poiché è sia ottimista sia pessimista, razionale ed empirico, ma soprattutto fedele. I 64.000 (e oltre) tifosi presenti al ritorno in Champions League dopo 6 anni non fanno neanche più notizia, siccome numeri così alti si registrano da tempi assai meno “felici”. Ed è proprio quel pubblico che ha agito indirettamente come il più classico “dodicesimo uomo in campo”: nel pre-partita l’esaltazione spinta dall’attesa era palpabile, frenetica voglia di rivivere notti magiche di Calcio. L’urlo del Meazza all’inno della Champions League probabilmente sta ancora riecheggiando nel meraviglioso impianto di San Siro, ma è durante la partita che si è veramente sentita la spinta da parte del pubblico.
Il primo tempo è stato equilibrato, un ritmo (prevedibilmente) molto più alto del normale, così come la fisicità e l’intensità. Gli ospiti inglesi erano forse messi meglio in campo, ma di certo i padroni di casa si sono fatti sentire in più occasioni. Pochi minuti dopo l’inizio del secondo tempo arriva il goal abbastanza fortunoso di Eriksen, che seguito da un leggero calo fisico e incremento di giocate frettolose ha sicuramente fatto pensare male molti nerazzurri. Dopo mezz’ora di gioco e, inutile negarlo, aver rischiato in qualche circostanza, arriva il goal del Capitano. Un tiro al volo difficilissimo da fuori area, spinto in rete ideologicamente da quelle, fedeli, 64.123 persone. E allora ci si crede. Ci si crede tutti, il ritmo e le palle velenose in area Spurs aumentano; il goal della vittoria è nell’aria. Come da romanzo il lieto fine arriva e non è per nulla banale. Matías Vecino, l’uomo che quel famoso 20 maggio ci ha riportato nell’Europa che conta, alimenta questo sogno ad occhi aperti. San Siro esplode di gioia dopo una partita difficilissima e un’atmosfera da brividi. Che epilogo. Il bello è che siamo abituati, ma forse non vogliamo ammetterlo; forse sappiamo che perdere in casa contro il Parma (che poco più di un anno fa giocava in Serie C) e, poi, vincere così, in questo romantico modo, una gara così importante contro il Tottenham, dopotutto è normale. È normale e da Inter, ma così suona come un grande, bellissimo ossimoro.
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