Nemmeno il più abile dei registi avrebbe immaginato un finale di partita così. Una manciata di secondi al termine dei tempi supplementari e Alexis Sánchez mette dentro la palla che vale la Supercoppa Italiana. La prima rete l’aveva segnata Lautaro su rigore
Estasi totale per il popolo interista che riabbraccia il trofeo dopo undici anni, ovvero, da quel 2010 entrato di fatto nella storia neroazzurra.
#InterJuventus (Finale di Supercoppa) è stata una partita che i milanesi hanno fatto loro con merito, grazie a un atteggiamento da grande squadra cercando la vittoria fin dai primi minuti di gioco.
La Juve era priva di giocatori importanti come Cuadrado, Szczęsny, Chiesa e Leonardo Bonucci ma era pur sempre la Juve, una squadra difficile da affrontare anche quando si trova in emergenza.
Simone Inzaghi si conferma un tecnico di grande valore, capace di far sentire tutti importanti e al centro del progetto, come nel caso di Sánchez. Inzaghi è bravo a gestire anche le tensioni che, inevitabilmente, si presentano in una Finale.
Così, tre giorni dopo un’altra vittoria importante, come quella contro la Lazio in Campionato, ecco che arriva la “perla” in Supercoppa, con buona pace di chi in estate aveva già celebrato, forse un po’ troppo frettolosamente, il “funerale” dell’Inter in forma solenne.
Ma il tempo corre veloce: vittoria in Supercoppa e trasferta a Bergamo per #AtalantaInter (0 a 0). Nessun passo falso dell’Inter… Poi, il Venezia in casa: 2 a 1 all’ultimo minuto. C’era una volta l’Inter della “Zona Cesarini”, che a volte perdeva o pareggiava le gare all’ultimo minuto. Ora sono i nerazzurri che insegnano a tutti che le partite si giocano sino all’ultimo secondo.
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