Ci siamo, a Roma il 12 ottobre si gioca #ItaliaGrecia. Sappiamo bene, ne abbiamo già scritto, che in verità, quando parliamo di “sosta”, per le grandi squadre questa non esiste. L’Inter di solito può impegnare (tra Nazionale A e Under 21) dai tre ai cinque giocatori circa (Sensi, Barella, Politano, D’Ambrosio, Esposito…). Altri, di solito, fanno le valigie per il loro Paese di provenienza.
È innegabile, però, che almeno a livello mentale il riposo vi sia. Al Sassuolo i nostri inizieranno a pensare settimana prossima.
In questi giorni l’attenzione è stata concentrata sulla nuova maglia degli azzurri, che, appunto, è verde… Sinceramente si tratta anche di una maglia bella, se la paragoniamo alle seconde maglie dei Club nostrani, ma il fatto che lo scudetto non sia tricolore ci lascia davvero perplessi.
Così va in secondo piano la vittoria nel nostro Roberto Mancini che sancirebbe la matematica qualificazione ai Campionati Europei “itineranti” del 2020.
Sino a questo momento il “Mancio” ha convinto. I tifosi nerazzurri, di solito, sono un po’ tiepidi nei confronti della Nazionale Italiana e noi non abbiamo mai capito il perché: a noi i Campionati del Mondo del 1934 e 1938 ricordano “Il Balilla” Peppino Meazza; quelli del 1982 soprattutto il giovanissimo Beppe Bergomi, ma anche il supremo Lele Oriali e la rete di Altobelli in Finale. Infine, possiamo negare che il Mondiale del 2006 sia legato, specialmente a “Matrix 23”?
Noi vorremmo davvero che questa faccenda finisse, specialmente oggi, che il C.T. ha un glorioso passato interista e che, finalmente, quando scende sul terreno di gioco l’Italia, nerazzurro, bianconero, rossonero, giallorosso, granata e altri colori, cessassero di dividere e si fondessero in un unico azzurro brillante per portare sempre più in alto la nostra Patria.
Pensateci, perché siamo proprio in un momento brutto.
A proposito, vorremmo ricordare che il dì prima della sfida di Roma con la Grecia, cioè, domani 11 ottobre è per noi importante, perché nel 1999, in questo giorno, il Capitano nerazzurro Beppe Bergomi disputò insieme ai suoi compagni e avversari storici la sua partita di addio al Calcio; sancendo così la “Festa nazionale dello Zio”.