Si gioca a Bergamo, ma il cuore è a Roma… Ed è Biancoceleste!

Fuori Campo Il Direttore In Primo Piano

L’Inter giocherà oggi a Bergamo, contro i nerazzurri dell’Atalanta, ma il pensiero di ogni appassionato di Calcio, di ogni tifoso, non può che essere rivolto a Roma… Alla Curva della Lazio.
Sono passati undici anni; era, come oggi, l’11 novembre (del 2007), Gabriele Sandri (conosciuto Disc Jockey e tifoso laziale) viene ucciso nell’area di servizio autostradale di Badia al Pino Est (sull’Autostrada A1); ha 25 anni, lo chiamavano “Gabbo”.

Gabriele stava venendo a Milano proprio per seguire Inter-Lazio, dopo avere lavorato (la sera prima) in un noto locale della Capitale. Sono in viaggio in otto amici Biancocelesti, che, fermatisi nell’area di servizio, vengono a contatto con un gruppo di Ultras juventini… Si accende una rissa.

Nel tentativo di intervenire per sedare gli scontri un Agente della Polizia Stradale spara due colpi, ma non in aria, ad altezza d’uomo; un proiettile colpisce Gabriele; un episodio increscioso.

Ma c’è anche chi non rispetta i morti come questo ragazzo…

Riportiamo fedelmente da lazionews24.com:

“La memoria non si infanga e i defunti non si toccano. E’ rivolta totale sul web da parte dei tifosi della Lazio, dopo che questa mattina Il Messaggero ha pubblicato un articolo sul proprio giornale. «Undici anni dopo: arrestato l’amico di Gabriele Sandri per una rapina in banca con ostaggi», è il titolo utilizzato dal quotidiano romano, che in prima pagina e poi anche online ha coraggiosamente stampato il volto di ‘Gabbo’ come immagine di copertina. Subito pronti i commenti degli haters, caduti nella trappola dei giornalisti e rapidi nel giudicare il caso con molta leggerezza: «Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei». I tifosi biancocelesti sono rimasti senza parole, non riescono a credere come possa essere usato il nome di una persona innocente per lucrare su una semplice notizia di cronaca. Il grave episodio ha visto l’interesse anche di alcuni fans della Roma, che con grande coscienza si sono schierati dalla parte di Gabriele Sandri. La ferita nel cuore degli amici e fratelli laziali, a distanza di tempo purtroppo, non si è rimarginata. E questi casi fanno ancora più male.

Pierluigi Arcidiacono
Pierluigi Arcidiacono
Il nostro Direttore, Pierluigi Arcidiacono, un giorno chiese al suo papà di portarlo ad assistere a Inter-Sampdoria, nel 1971, quando non aveva ancora dieci anni. Aveva saputo che Suarez non giocava più con la maglia nerazzurra, ma con quella blucerchiata. Questo, nella logica di un bambino, gli appariva come una cosa molto strana, quindi, desiderava vederlo in campo. Quel giorno giocavano gli uomini che avrebbero vinto l’11° scudetto della storia dell’Inter e quella squadra rimarrà sempre nel cuore del nostro Direttore. La partita finì 3 a 1 per i nerazzurri. Segnò prima Mazzola al 46°, poi, Boninsegna su rigore al 65°, ancora Boninsegna all’80° e, infine, proprio davanti agli occhi del nostro Pigi Arcidiacono, Suarez segno il goal della bandiera su rigore. Passarono un po’ di anni. Pigi scrisse molto (poesie, articoli, libri e testi teatrali) e tra i suoi scritti si trovano anche diversi testi sull’Inter. Si ricordano soprattutto: “Vade retro Satana - Storie di una vita neroazzurra” (Librificio-Proedi - 2004), “Marco Materazzi - Degno della maglia” (Il Flabello - 2006), la monografia “La Grande Inter Anni ’60” (Cigra 2003 - 2007) e “Armando Picchi - Un nome già scritto Lassù” (Il Melograno - 2011). Da non dimenticare anche: “Massimo Moratti - Mai visto un cuore così grande” (Il Flabello - 2006) e il primo libro pubblicato in Italia su Javier Zanetti, “Milano siamo noi - Il cuore del Capitano” (Il Flabello - 2009) . Nel 2013, Arcidiacono, inizia a pensare al sito #INTER (Hashtag Inter) dove si tenterà di parlare di Calcio e dell’Inter diversamente, ma sempre con cuore.
http://www.hashtaginter.it