Roma out. Ecco fatto, la Roma non ne ha approfittato del recupero: ha pareggiato e, così, rimane dietro all’Inter di Luciano Spalletti. Dietro di due punti. Parliamoci chiaro: a Milano i giallorossi avevano avuto (per dirla alla Trilussa) “un bel bucio de culo”. Quel solo tiro offerto su un piatto d’argento dall’Inter, altrimenti le statistiche avrebbero raccontato di zero tiri nello specchio porta. Anzi, visto che ritorniamo sull’argomento sarebbe anche giusto, più che giusto, scagionare Santon. Il lungo rinvio stava superando tutti, lui era sull’uomo: ha tentato di prenderla, non è che “non ci è arrivato”; è diverso. Stava correndo. “Bucio de culo” anche perché la sfortuna si è accanita contro Maurito Icardi (quel tiro di sinistro deviato sul palo era fantastico…). E così: Roma, Roma, Roma, e la Roma rimane dietro (ci sembra di sentire rimbombare l’eco delle parole di Mourinho: “Zeru tituli…”, ma, intanto, la Lazio passa davanti. Questo è il Calcio, questa è la Legge di Spalletti: bisogna giocare da Inter, bisogna pensare da Inter, bisogna allenarsi da Inter, bisogna alimentarsi da Inter… E così via, altrimenti è inutile fare tanti ragionamenti. Ragionamenti che forse saranno utili ai programmini televisivi che manna fanno del nulla, che si arrovellano su ragionamenti vari, ma che poco narrano di Calcio. Ore e ore a raccontarci che Rafinha è “rotto” e che noi (questa volta usiamo il “noi”) saremmo tutti imbecilli. Ce lo ha raccontato persino il signor Moggi… Bene, ancora una volta, invece, noi vi raccontiamo un’altra storia. Una storia lunga 110 anni: fatta di onestà, fatta di cuore, fatta di vittorie oneste, ma tutto questo è difficile da spiegare. Amala!
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