Roberto Mancini: sette punti, cum grano salis

Together Inter Milano

Forse (alla fine di Inter-Roma) un colpo di vento ha sollevato un po’ di sabbiolina che è finita negli occhi di Roberto Mancini. Forse, davvero, si è “sciolta” un po’ di tensione, di quella (tipica) che coglie chi giochi o alleni a Milano, sulla sponda nerazzurra. Pare che Mancini abbia detto la prima cosa, noi sosteniamo fosse la seconda. Si è intuito così, è parso così… Noi, realmente “Manciniani” convinti e spesso accusati d’essere “troppo Manciniani”, desideriamo pensare che il mister dell’Inter sia sul pezzo, con tutto se stesso: ha capito che può vincere, ma in questo Campionato laddove si può vincere si può anche perdere tutto, basta poco: un errore, un goal in più, un goal in meno. Un fallo, una ammonizione. Lui, che non ha mai dato troppo valore agli “episodi”, sta affrontando un torneo dove questi possono divenire davvero significativi.

Ora si va a Torino, per una sfida importante, come quella di sabato scorso con i giallorossi (né più, né meno); come quella che verrà il 22 Novembre, contro il Frosinone. Mentre noi affronteremo Torino, Frosinone e Napoli (a Napoli), la Roma giocherà il derby con la Lazio, poi, andrà a Bologna e poi ospiterà l’Atalanta in casa. Così, il Napoli: l’Udinese in casa, poi, a Verona e infine ospiterà l’Inter. E la Fiorentina? Sampdoria a Genova, Empoli in casa, Sassuolo fuori…

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È proprio bello questo Campionato: può accadere di tutto e tutti desidererebbero 9 punti nelle prossime tre partite, ma firmerebbero subito (tutti) per i 7, anche se non è così semplice, non basta la Matematica, perché appare evidente che nel caso dell’Inter (ad esempio) non sarebbe la stessa cosa se il pareggio avvenisse col Torino, oppure, con il Napoli (sfida diretta e in casa loro…), oppure, con il Frosinone. Non si può, però, ragionare col senno di poi. I tre punti vanno presi subito (o meglio, di volta in volta) e non è una banalità quella che da anni predicano allenatori e giocatori. Non è una “frase fatta” (come parrebbe continuando a sentire il ripeterla). È così: bisogna pensare solo alla prossima partita…

Inter-Napoli_2014-2015

Certo, allenatori dello spessore di Roberto Mancini lo pensano (e preparano bene l’incontro che sta per arrivare), ma, intanto, agiscono “cum grano salis” e lo si è osservato molto bene nei tre turni precedenti la sfida con i Granata. Mancini in otto giorni ha utilizzato venti giocatori e solo otto giocatori della rosa (riferendoci alle gare di Campionato) non si sono visti in campo tra Palermo-Inter 1 a 1 (25 Ottobre), Bologna-Inter 0 a 1 (28 Ottobre) e Inter-Roma 1 a 0 (il 1° di Novembre). In pratica hanno giocato tutti, schierando i giocatori più opportuni a seconda della sfida da affrontare, gestendo bene eventuali cali di forma e mantenendo (in questo modo) anche quel giusto equilibrio psicologico che pone gli atleti in leggera competizione tra loro. E ci sono altri che ancora possono entrare  e “ruotare” con quelli che sono scesi in campo di più, per ora.

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Pierluigi Arcidiacono
Pierluigi Arcidiacono
Il nostro Direttore, Pierluigi Arcidiacono, un giorno chiese al suo papà di portarlo ad assistere a Inter-Sampdoria, nel 1971, quando non aveva ancora dieci anni. Aveva saputo che Suarez non giocava più con la maglia nerazzurra, ma con quella blucerchiata. Questo, nella logica di un bambino, gli appariva come una cosa molto strana, quindi, desiderava vederlo in campo. Quel giorno giocavano gli uomini che avrebbero vinto l’11° scudetto della storia dell’Inter e quella squadra rimarrà sempre nel cuore del nostro Direttore. La partita finì 3 a 1 per i nerazzurri. Segnò prima Mazzola al 46°, poi, Boninsegna su rigore al 65°, ancora Boninsegna all’80° e, infine, proprio davanti agli occhi del nostro Pigi Arcidiacono, Suarez segno il goal della bandiera su rigore. Passarono un po’ di anni. Pigi scrisse molto (poesie, articoli, libri e testi teatrali) e tra i suoi scritti si trovano anche diversi testi sull’Inter. Si ricordano soprattutto: “Vade retro Satana - Storie di una vita neroazzurra” (Librificio-Proedi - 2004), “Marco Materazzi - Degno della maglia” (Il Flabello - 2006), la monografia “La Grande Inter Anni ’60” (Cigra 2003 - 2007) e “Armando Picchi - Un nome già scritto Lassù” (Il Melograno - 2011). Da non dimenticare anche: “Massimo Moratti - Mai visto un cuore così grande” (Il Flabello - 2006) e il primo libro pubblicato in Italia su Javier Zanetti, “Milano siamo noi - Il cuore del Capitano” (Il Flabello - 2009) . Nel 2013, Arcidiacono, inizia a pensare al sito #INTER (Hashtag Inter) dove si tenterà di parlare di Calcio e dell’Inter diversamente, ma sempre con cuore.
http://www.hashtaginter.it