Roberto Mancini eheh! ohoh!

Together Inter Milano

Era il giorno dell’eterna sfida contro i rossoneri, il “Derby della Madoninna” si giocava in casa loro e Roberto Mancini riprendeva il suo posto sulla panchina nerazzurra. Noi non avevamo dubbi, quel ritorno al comando dell’Inter (e proprio in quella giornata) non poteva che avere un senso. L’Inter doveva tornare assolutamente a giocare bene. L’Inter doveva tornare a vincere. Mancini non poteva certamente avere accettato un nuovo incarico dal F.C. Internazionale per fare da “traghettatore” per non si sa chi. Mancini non poteva essere tornato sulla nave nerazzurra senza avere garanzie che gli avrebbero permesso di cercare di ricostruire qualcosa di concreto.

Il suo stile sul campo e nello spogliatoio si è visto subito.

Il suo stile nel rispondere alle superficiali domande di sempre, anche.

“Evidentemente sbaglio io”, rispose a un commentatore di Mediaset che, dopo una partita negativa (un pareggio…) gli aveva posto una delle solite domande da bar. “I ragazzi sono bravi, giocano bene…”, aveva detto in un’altra occasione. Mai un accenno di colpevolezza nei confronti della squadra e tanto meno di un singolo giocatore. In campo sì, nel dialogo diretto tra Mister e squadra è giusto. Li ha mandati anche a  “quel paese” dopo il goal preso in pieno recupero dal Napoli che è costato l’eliminazione dalla Coppa Italia. Si è arrabbiato molte volte. Tante altre è rimasto deluso del loro lavoro sprecato…

Adesso tutti si stanno accorgendo chi sia Roberto Mancini. L’allenatore dell’Inter lavora. L’allenatore dell’Inter pensa. L’allenatore dell’Inter programma. Roberto Mancini è uno dei più grandi allenatori di Calcio che esistano al giorno d’oggi. L’appuntamento, ora, è per il giorno 3 Luglio ad Appiano Gentile, si partirà da lì, per essere a Riscone di Brunico il giorno seguente. La speranza è che sia un ritiro serio, non una passerella turistica. Un ritiro con la squadra, con i giocatori che Mancini avrà a disposizione per la prossima stagione. Dodici giorni di lavoro prima di volare in Cina e affrontare il Bayern in amichevole.

Noi non avevamo dubbi. Roberto Mancini lavora, difficilmente chiacchiera.

Let The Music Play…

 

Pierluigi Arcidiacono
Pierluigi Arcidiacono
Il nostro Direttore, Pierluigi Arcidiacono, un giorno chiese al suo papà di portarlo ad assistere a Inter-Sampdoria, nel 1971, quando non aveva ancora dieci anni. Aveva saputo che Suarez non giocava più con la maglia nerazzurra, ma con quella blucerchiata. Questo, nella logica di un bambino, gli appariva come una cosa molto strana, quindi, desiderava vederlo in campo. Quel giorno giocavano gli uomini che avrebbero vinto l’11° scudetto della storia dell’Inter e quella squadra rimarrà sempre nel cuore del nostro Direttore. La partita finì 3 a 1 per i nerazzurri. Segnò prima Mazzola al 46°, poi, Boninsegna su rigore al 65°, ancora Boninsegna all’80° e, infine, proprio davanti agli occhi del nostro Pigi Arcidiacono, Suarez segno il goal della bandiera su rigore. Passarono un po’ di anni. Pigi scrisse molto (poesie, articoli, libri e testi teatrali) e tra i suoi scritti si trovano anche diversi testi sull’Inter. Si ricordano soprattutto: “Vade retro Satana - Storie di una vita neroazzurra” (Librificio-Proedi - 2004), “Marco Materazzi - Degno della maglia” (Il Flabello - 2006), la monografia “La Grande Inter Anni ’60” (Cigra 2003 - 2007) e “Armando Picchi - Un nome già scritto Lassù” (Il Melograno - 2011). Da non dimenticare anche: “Massimo Moratti - Mai visto un cuore così grande” (Il Flabello - 2006) e il primo libro pubblicato in Italia su Javier Zanetti, “Milano siamo noi - Il cuore del Capitano” (Il Flabello - 2009) . Nel 2013, Arcidiacono, inizia a pensare al sito #INTER (Hashtag Inter) dove si tenterà di parlare di Calcio e dell’Inter diversamente, ma sempre con cuore.
http://www.hashtaginter.it