Razzismo? Non c’è stato. Ancelotti andrebbe deferito e molti giornalisti espulsi dall’Ordine… Per sempre!

Il Direttore In Primo Piano

Non dovremmo scrivere, per rispetto a chi è morto, ma quanto accaduto ieri (con il “Caso Koulibaly”) è altrettanto grave. Ieri a Milano è accaduto qualcosa di surreale: nonostante la presenza di 63.946 spettatori a San Siro il sistema mediatico ha cercato di fare passare un messaggio fasullo. Quanto descritto dal tecnico del Napoli in Conferenza Stampa, subito commentato negativamente e con sdegno da alcuni giornalisti non è accaduto.

Koulibaly avrebbe giocato sotto pressione tutta la partita per i continui cori “razzisti”. Non scendiamo in merito alla valutazione di questo termine…

Kalidou Koulibaly è uno dei migliori difensori d’Europa e contro l’Inter lo ha dimostrato ieri sera (mercoledì, 26 dicembre); senza di lui il Napoli avrebbe probabilmente subito un passivo più pesante. Ciò è accaduto anche nell’“azione scandalo” (a fine partita), cioè, quella del suo fallo, che ha portato all’ammonizione e, poi, dopo l’applauso all’arbitro (all’arbitro, non al pubblico…), all’espulsione. Il giovane francese si è reso conto che quel contropiede dell’Inter poteva essere letale e ha optato per il fallo tecnico. Forse, quel fallo non era da Giallo, ma da regolamento lo era. Ma guardate e riguardate il volto del difensore del Napoli mentre applaude: è identica a quella di Sneijder (il 25 gennaio 2010), quand’anch’egli applaudì l’arbitro e venne espulso.

No speriamo davvero che Koulibaly, onestamente, ripudi le parole del suo allenatore e l’atteggiamento dei suoi compagni; sono questi che lo offendono trattandolo come un “povero negro”; e lui non lo è!

Noi di hashtahinter.it eravamo in sei in Tribuna Stampa e nessuno di noi si è accorto di quanto descritto da altri a fine partita; cioè continui cori contro il difensore del Napoli. Tra noi c’era anche il Vicedirettore di hashtagjuventus.it (di origine partenopea)… Anche lui conferma: tutto liscio sino al momento dell’espulsione. Il coro maggiormente “razzista”, non scendiamo in merito alla valutazione di questo termine, è stato quello contro il Napoli; infatti, in quella occasione è stato fatto fare l’annunzio. Abbiamo anche sentito tifosi che erano al Primo Rosso e al Primo Arancione e la risposta è stata la stessa: “Noi non ci siamo accorti di nulla”…
Strano, però, alcuni collaboratori che hanno seguito da casa, ci smentiscono…
Strano, davvero molto strano.

Se Koulibaly venisse a gennaio o a giugno 2019 a giocare a Milano tutti i tifosi nerazzurri ne sarebbero felici. Quindi, il razzismo non c’entra nulla. D’altronde in campo (lo facciamo notare ai “daltonici”…) c’erano anche (con la maglia dell’Inter) Asamoah e Keita Baldé Diao, che certo non sono bianchi; e vi assicuriamo che (giustamente) se fosse accaduto quanto descritto da Ancelotti (che andrebbe deferito) sarebbero stati i primi a fermarsi, per solidarietà.

Intanto, ieri sera, dopo la partita, nessuno faceva notare la dolcezza e la sportività del nostro Capitano Mauro Icardi e di Danilo e D’Ambrosio che consolano e accompagnano fuori dal campo Koulibaly, mentre i suoi compagni in maglia azzurra sono impegnati in una vera e propria sceneggiata napoletana… Chi ha orecchie intenda.

Scriviamo queste righe proprio per difendere il popolo interista e i cittadini milanesi dalle porcherie dette e scritte da giornalisti che andrebbero espulsi dall’Ordine.

Non entriamo in polemica ricordando i cori contro Marco Materazzi o cosa significhi per un tifoso interista fare una trasferta al San Paolo di Napoli; scriviamo da sociologi e oggi ci interessa questo aspetto preoccupante: è stata fatta una enorme porcheria mediatica, vogliamo sperare che il nostro Presidente intervenga.

Infine, ma chi l’ha detto che è colpa della Curva Nord? Chiunque frequenti lo stadio, o anche un piccolo teatro di un oratorio in periferia, sa che se ci sono 60.000 spettatori (o 150 a teatro) e solo 5000 dei primi o 20 dei secondi fischiano sembra che tutto il pubblico lo faccia…

(La foto in apertura di #InterNapoli è di Mattia Ozbot)

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Pierluigi Arcidiacono
Pierluigi Arcidiacono
Il nostro Direttore, Pierluigi Arcidiacono, un giorno chiese al suo papà di portarlo ad assistere a Inter-Sampdoria, nel 1971, quando non aveva ancora dieci anni. Aveva saputo che Suarez non giocava più con la maglia nerazzurra, ma con quella blucerchiata. Questo, nella logica di un bambino, gli appariva come una cosa molto strana, quindi, desiderava vederlo in campo. Quel giorno giocavano gli uomini che avrebbero vinto l’11° scudetto della storia dell’Inter e quella squadra rimarrà sempre nel cuore del nostro Direttore. La partita finì 3 a 1 per i nerazzurri. Segnò prima Mazzola al 46°, poi, Boninsegna su rigore al 65°, ancora Boninsegna all’80° e, infine, proprio davanti agli occhi del nostro Pigi Arcidiacono, Suarez segno il goal della bandiera su rigore. Passarono un po’ di anni. Pigi scrisse molto (poesie, articoli, libri e testi teatrali) e tra i suoi scritti si trovano anche diversi testi sull’Inter. Si ricordano soprattutto: “Vade retro Satana - Storie di una vita neroazzurra” (Librificio-Proedi - 2004), “Marco Materazzi - Degno della maglia” (Il Flabello - 2006), la monografia “La Grande Inter Anni ’60” (Cigra 2003 - 2007) e “Armando Picchi - Un nome già scritto Lassù” (Il Melograno - 2011). Da non dimenticare anche: “Massimo Moratti - Mai visto un cuore così grande” (Il Flabello - 2006) e il primo libro pubblicato in Italia su Javier Zanetti, “Milano siamo noi - Il cuore del Capitano” (Il Flabello - 2009) . Nel 2013, Arcidiacono, inizia a pensare al sito #INTER (Hashtag Inter) dove si tenterà di parlare di Calcio e dell’Inter diversamente, ma sempre con cuore.
http://www.hashtaginter.it