Se piange un bambino… – La vita ci ha spesso condotto in ambienti dove vige un principio fondamentale: Noblesse oblige. Si tratta di un privilegio-dovere che impone responsabilità a chi occupi certi ruoli. Come direbbe il Presidente Massimo Moratti: “Fantastico”. Purtroppo gli stessi ambienti sono ricchi anche di persone arroganti, sovente sdegnose, che ostentano una imbecille albagia. Questo, purtroppo, sia quando il lignaggio sia reale (nel senso di veritiero), oppure, no. Molti tifosi avversari della Juventus (non soltanto interisti) si sono accaniti contro il piccolo Elkan, “esploso” in pianto nell’assistere impotente al naufragio della corrazzata bianconera nella Finale di Champions League: sconfitta 1 a 4 dal Real Madrid. Forse a perdere ci stava, ma così no. Il piccolo piange, ma Lavinia Borromeo (accanto a lui) è ferma, con le mani giunte, lo sguardo fermo verso il campo di gioco. Si gira solo dopo qualche secondo, inattiva, ma con sguardo interrogativo e stizzito. Lo incrocia anche con il marito. Insomma, la figlia del Conte Carlo Ferdinando Borromeo pare sia stupita e irritata dall’atteggiamento del piccolo Elkan. In fin dei conti non ci si comporta così! A consolarlo (e nemmeno troppo convinto) è John Elkan: il signore che sostiene che i giovani italiani non abbiano voglia di lavorare (1). Tutto qui, il nostro desiderio era solo “dire la nostra”. Questa, almeno per noi, non è Nobiltà, ma molto, molto meno e, sicuramente, avrete capito di cosa stiamo parlando…
(1) “Molti giovani non colgono le tante possibilità di lavoro che ci sono o perché stanno bene a casa o perché non hanno ambizione” (…) “I giovani devono essere più determinati nel trovare il lavoro, perché ci sono molte opportunità, spesso colte da altri, proprio perché loro non hanno voglia di coglierle. Questo stimolo, legato al fatto che o non ne hanno bisogno o non c’è la condizione di fare certe cose”