Pensare in grande – Di Carlo Codazzi

In Campo In Primo Piano

La Lu-La torna a colpire in #InterSampdoria nel vuoto di S.Siro e Conte può sorridere. Confortante la prova interista nel primo spezzone di gara così come rinforzano le speranze di rimonta in chiave scudetto gli squilli delle punte e di Christian Eriksen. La trazione anteriore dell’Inter, se in giornata o meglio in serata, considerati gli orari delle partite, mette apprensione a qualsiasi avversario.
Il mister nel post match ha dichiarato “Dobbiamo pensare in grande”. Concordiamo con lui e dopo aver brevemente snocciolato la cronaca della sfida con i blucerchiati di Ranieri, analizzeremo il pensiero del nostro tecnico.

La gara

Inter schierata con la consueta difesa a tre, Young e Candreva sugli esterni, mediana con Gagliardini a fianco di Barella, Eriksen a giostrare tra le linee dietro a Lukaku e Lautaro. Impostazione affidata spesso a De Vrij con il danese in versione “Sensi” che si abbassava a ricevere palla. Sampdoria in campo con un 3-5-2 classico con Ramirez e La Gumina a comporre la coppia di attacco.

I nerazzurri hanno dominato il primo tempo andando in goal già al 1’ con Eriksen che, in mezzo all’area sampdoriana, ha depositato la palla alle spalle di Audero raccogliendo un invito di Candreva che, però, era in fuorigioco. Rete annullata e si è ripartiti da zero a zero.

Sono bastati soltanto altri 9’ all’Inter per rifarsi con “Big Rom” che, servito da Eriksen, al termine di una bellissima azione iniziata da Škriniar e deliziata da un tacco di Lautaro, ha insaccato il pallone del vantaggio nerazzurro.

Il raddoppio è giunto al 33′ per merito de “Il Toro” Lautaro che ha infilato Audero con un tocco sotto misura raccogliendo un assist di Candreva.

L’Inter ha sciupato altre buone occasioni con Candreva e Lukaku rischiando, però, grosso al 45’ per un azzardato disimpegno di tacco di Gagliardini che ha permesso di calciare solitario in area interista a Ramirez, ma l’attaccante ospite ha sprecato il gentile omaggio sparando alto.

Pur con il brivido finale causato dall’ingenuità di Gagliardini, il punteggio di 2 a 0 alla pausa poteva essere più rotondo per i ragazzi di Conte autori, fin lì, di un’ottima prestazione.


Nella ripresa, dopo aver sfiorato il terzo goal con Eriksen e “Big Rom” (errore con la porta blucerchiata spalancata), l’Inter ha subito al 7′ la rete di Thorsby (tap in dopo la traversa di Colley) su azione d’angolo con DeVrij e Bastoni colpevolmente assenti nella circostanza. Da lì in avanti match in equilibrio, ma senza particolari pericoli per la porta difesa da Samir Handanovič.

Dal 69’, i due mister hanno messo mano ai cambi: 5 per Ranieri, 4 per Conte. Prima di brindare alla vittoria interista, Samp pungente con una conclusione (86’), su punizione, di Leris che Handanovič ha ribattuto con qualche difficoltà, e Inter vicina al terzo goal quasi in chiusura (88’) con Moses che ha mandato la sfera alta da ottima posizione.

Match dai due volti, come spesso visto in stagione, da parte dell’Inter bella e spavalda nella prima parte, un tantino impacciata e distratta nel secondo round. Successo, comunque, meritato dei nostri ragazzi che hanno dovuto rinunciare a due pedine importanti a centrocampo, ossia Marcelo Brozović e Sensi out per infortuni. Mister Conte e la sua truppa hanno così lanciato l’inseguimento a Juve e Lazio.

L’analisi

Antonio Conte ha mostrato un eloquente spirito battagliero nelle interviste del dopo gara ponendo l’accento su difetti che paiono cronici nella sua formazione: la mancanza di cattiveria sotto porta che impedisce all’Inter di chiudere le partite evitando, così, la rituale sofferenza finale e le amnesie che portano la squadra a subire reti evitabili. Al di là di questi limiti ha affermato, come sopra riportato, che l’Inter deve pensare in grande.
Questa frase è la chiave che deve far riflettere non soltanto lo spogliatoio nerazzurro, ma anche i piani alti del club. Abbiamo già avuto modo di rilevare che, dopo l’eliminazione subita dal Napoli in Coppa Italia, a nostro modesto avviso, nella stanza dei bottoni, dove si decidono le linee guida della società, l’ambizione latita. Deve essere la proprietà a volere fortemente la conquista di trofei che, lo ripetiamo ancora una volta, mancano all’Inter da ben 9 anni. Se passa il messaggio subliminale che l’importante è centrare la qualificazione in Champions e il resto è grasso che cola l’astinenza nerazzurra da trofei proseguirà ancora a lungo.

Ci fa, comunque, piacere, riscontrare che Conte non ha perso la voglia di vincere e che sta facendo di tutto per trasmetterla ai suoi giocatori che, pare, ha martellato quotidianamente per tutta la durata della “Chiusura” per il Coronavirus, per convincerli che, alla ripresa del Campionato, l’Inter avrebbe potuto ancora inserirsi nella corsa Scudetto. Rileviamo, tra l’altro, che mai alla 26^ giornata, nelle ultime 9 stagioni l’Inter aveva totalizzato, come avvenuto dopo il successo con la Samp, 57 punti. Il mister non si accontenta, per fortuna, di questo piccolo record e pensa in grande. Senza l’ausilio della proprietà, come già sottolineato, sarà difficile sradicare certe amnesie dalla mente dei nostri atleti. Nell’occasione del goal sampdoriano DeVrij e Bastoni non stavano certamente pensando a diventare grandi loro e a far diventare grande l’Inter… Probabilmente, nella loro mente transitava il “cattivo” pensiero che la sfida, visto il dominio nerazzurro e considerato il punteggio, era già chiusa. Perfidi e inopportuni pensieri anziché il pensare in grande che predica Conte.

Va detto che il mister ha, in ogni caso, affermato di essere stato complessivamente soddisfatto della prestazione dei suoi e noi condividiamo anche questa sua esternazione. Il primo tempo di Handanovič e soci è stato di ottimo livello. Il calo della ripresa è un marchio negativo di stagione (Dortmund docet), ma va detto che il gioco richiesto alla squadra dal nostro tecnico è molto dispendioso e alcuni dei nostri ragazzi non sono più così “ragazzi”. Il lungo stop imposto dall’emergenza contagio, inoltre, ha il suo peso.

Nella prima parte delle gare disputate con Napoli e Samp abbiamo ammirato splendide cavalcate sulle fasce da parte di Young e Candreva che, considerate le primavere alle spalle, inevitabilmente calano nel secondo spezzone di match. Purtroppo, le giovani alternative di fascia, ossia Biraghi e Moses, quando sono chiamati a calcare il rettangolo verde fanno rimpiangere i titolari. Nota positiva del vittorioso incontro con i blucerchiati, oltre ai 3 punti e al bel primo tempo complessivo, è stato il ritorno ad una prestazione di eccellenza de “Il Toro” Martínez che si è sommata alle buone prestazioni di Lukaku ed Eriksen. Il danese, messo a giostrare nella posizione a lui più congeniale, si sta mostrando acquisto preziosissimo e un valore aggiunto che può pesare molto positivamente nella rincorsa alla Juve e alla Lazio. Il punto forte dell’Inter è, indubbiamente, il reparto avanzato che può autorizzare sogni di gloria e pensieri di grandezza.

Pensieri di grandezza che noi tifosi, come Antonio Conte, abbiamo nella nostra mente. Vorremmo tanto che tali pensieri affollassero anche quella del nostro Patron d’oriente.

In definitiva si è comprata l’Inter perbacco, mica la “Longobarda” di Lino Banfi. Con i ritocchi giusti, in particolare con l’acquisto di un giocatore che salti l’uomo con facilità e che sia dotato dei mezzi tecnici per decidere, con una giocata, una gara complicata e con l’ingaggio di un paio di giocatori esperti, abituati a vincere e a fungere da leader in campo e nello spogliatoio, l’Inter può davvero pensare e tornare grande.

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