Il CORRIERE DELLA SERA ha perso una delle sue pagine più importanti. Si è spento, infatti, all’età di 83 anni, Nestore Morosini, colonna ed ex Capo Redattore della storica testata milanese per oltre quarant’anni. Grande esperto e appassionato di Formula Uno, ha avuto rapporti diretti sia con Gilles Villeneuve (sul quale ha scritto un libro alla sua scomparsa nel 1982); sia con il “Drake”: Enzo Ferrari; ma le automobili non erano la sua unica grande passione: c’erano anche la Pallacanestro e il Calcio, anzi per la precisione l’F.C. Internazionale Milano.
Gianfranco Bedin centrocampista Campione d’Italia, d’Europa e del Mondo con la maglia dell’Inter, ricorda così l’amico giornalista:
“Era una bella persona, si dice spesso quando viene a mancare un amico, ma per Nestore era davvero così. Un giornalista nel senso più nobile della parola, che ascoltava sempre con attenzione senza manie di protagonismo”.
Com’era il suo rapporto con Morosini e in generale quello dei giocatori dell’Inter?
“Molto amichevole, capitava spesso di pranzare insieme alla Pinetina. Parlavamo, ci scambiavamo opinioni anche tecniche e lui scriveva sempre quello che doveva scrivere, con grande professionalità. Non ha mai approfittato di qualche parola che, appunto, in amicizia poteva saltare fuori. Era una persona molto corretta”.
Un giornalista che pranza con la squadra cosa impensabile oggi…
C’era un’aria diversa, tutto era più semplice e genuino, le cose venivano fatte con naturalezza, senza secondi fini. Oggi è tutto diverso”.
Nei suoi articoli Morosini riusciva sempre a essere obiettivo e critico nei confronti dell’Inter, oppure il grande amore per questi colori riusciva ad ammorbidire alcuni suoi giudizi?
“Era sempre molto obiettivo, ma in alcuni casi come si dice… “Al cuor non si comanda”.
Quando lo ha visto o sentito per l’ultima volta?
“Non lo vedevo da molto tempo, ma ci sentivamo spesso; era una persona molto delicata, dai modi gentili, un gigante buono”.
Quanto mancherà al Giornalismo Nestore Morosini?
“Molto; e non solo a quello sportivo. Era un giornalista capace, di grande intuito, gli bastavano davvero pochi spunti e alcune sfumature per tirare fuori pezzi unici”.
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