Nei nostri ricordi di oltre quarant’anni fa ci sono dei bambini antipatici. Sono quelli che quando in un bisticcio infantile si trovavano in difficoltà “inveivano” contro l’amichetto dicendogli: “Sei un ciccione!”. Questo accadeva sia quando l’altro bimbo era effettivamente “fuori forma”, sia quando non lo era. Sì, è vero, qualcuno rideva, ma con il passar del tempo il bambino che aveva proferito quelle parole rimaneva sempre più isolato, mentre il soggetto della imprecazione diveniva quasi sempre la mascotte del gruppo di bambini.
Allo stesso modo ci preme fare notare che la stessa parola può assumere connotati simpatici o offensivi a seconda di come venga utilizzata. Ci capitò, infatti, tornando dalla Terra Santa di essere un po’ in ritardo all’imbarco di Zurigo e correndo verso il nostro gruppo di pellegrini “superammo” due o tre viaggiatori in fila. Alle nostre spalle sentimmo una signora che sdegnosamente proferiva: “Italians…”.
Ora, ci si permetta di prolungarci ancora un attimo.
Chissà mai perché, in Italia, la considerazione di cui godevano i giornalisti che si occupano di certi argomenti (facciamo un esempio: la Finanza) è sempre stata superiore alla considerazione di cui godono altri colleghi (facciamo due esempi: lo Sport, ma, specialmente, il Turismo).
Giunge così, come atto di giustizia, nel 2015, anno dell’EXPO a Milano, l’ora della riscossa di questi giornalisti che si occupano di argomenti “poco seri”, argomenti, però, che fanno girare gran parte dell’Economia nazionale. L’occasione ce la offre un giornalista di Milano Finanza, tale Andrea Montanari (ma “chi era costui?”). Egli dialoga con un tifoso e offende il Presidente dell’Inter: “Ciccione” e “Indonesiano”… Poi, si difende affermando che in effetti il Presidente Thohir è “sovrappeso” ed, effettivamente, è “Indonesiamo” e dice: “Non ho commesso errori da matita blu”.
La questione, però, è da porsi su un piano differente.
Vede signor Montanari, il problema crediamo sia per lei incomprensibile: quando non si ha stile, quando non si possiede un minimo di educazione, quando si “smercia” la propria professione così (e ci si esprime al di là di un minimo di gusto) c’è poco da discutere (e da fare gli spiritosi). Forse le sue parole non si possono cerchiare con la matita rossa o con la matita blu, ma il voto in condotta glielo possiamo dare senza indugi: 5 meno. Non abbiamo altre parole per lei.