Non era il clima giusto quello di domenica sera (28 Agosto) a San Siro, in occasione della gara Inter-Palermo. Sportivamente – per gli interisti – c’era già un po’ di sapore amaro per la sconfitta di Verona. Poi, quel pizzico di timore, perché si sa: anche le migliori Inter della storia, capaci di “distruggere” grandi squadre, sono poi altrettanto capaci di pareggiare in casa con le ultime della classifica. Questa è davvero una caratteristica nerazzurra. Ma domenica sera in Curva Nord e per tutti quei tifosi che conoscono bene la storia dell’Inter c’era di più: era la partita in cui si celebrava il ricordo di Walter Modolo (uno dei fondatori storici dei BOYS – LE FURIE NERAZZURRE), recentemente scomparso. Poi, la preoccupazione per le condizioni di salute del figlio di Leonardo Bonucci: il piccolo Matteo. Infine, ma certo non ultimo pensiero, il dolore per quanto stanno vivendo i nostri fratelli italiani, vittime del terremoto. Insomma, una domenica sera di quelle dove è difficile rallegrarsi per una vittoria o scoraggiarsi troppo per una sconfitta.
Forse è per questo motivo che il pareggio, dovuto un po’ (molto…) alla sfortuna, un po’ al gioco e un po’ a qualche errore (esperimento) della panchina, non ci lascia quel senso di sconforto che un solo punto in due giornate (di cui una con il Palermo in casa) dovrebbe lasciare.
Abbiamo osservato il Presidente Erick Thohir che ha iniziato a tifare alla Massimo Moratti, agitandosi, gesticolando e imprecando. Abbiamo visto i volti dello Stato Maggiore della nuova proprietà, Zhang Jindong in testa, erano (dopo i primi trenta minuti di gara) più che perplessi. Chissà quali potevano essere i loro pensieri. Sappiamo che la Cina desidera organizzare i Campionati del Mondo di Calcio, ma ci rendiamo conto che – assistendo al primo terzo di Inter-Palermo – soprattutto per chi sia “digiuno” di Calcio e desideri scoprire e capire questo bel giuoco – possa affermare in se stesso la convinzione che sia molto meglio, divertente ed emozionante, assistere all’esibizione di cavalieri che montano cavalli a pelo e, tirando con i loro archi, galoppando veloci, centrano piccoli anelli con le loro frecce.
Davvero, attenti come siamo alle faccende dell’infanzia e dell’adolescenza, la cosa che ci ha più “sconcertato” è pensare a quegli allenatori che conducono i loro giovanissimi atleti allo stadio come premio: per imparare qualcosa dai grandi Campioni, ma, specialmente, per divertirsi… Ecco, fa nulla per lo stato d’animo della nuova Dirigenza dell’Inter, ma quale poteva essere il pensiero di quei piccoli giocatori di Calcio al 32’ del primo tempo di Inter-Palermo.
Poi, lo sappiamo. Il Calcio lo conosciamo bene: è uno sport dove nella istessa partita le cose possono cambiare. Con il caldo si fa fatica a spezzare il fiato e questo è un problema per chi deve attaccare. Quella bottiglietta d’acqua bevuta al “time out” stabilito per l’eccessiva calura può talvolta avere gli stessi effetti dell’Acqua Santa. Un giocatore che sposti sul campo la sua posizione di qualche metro può cambiare l’equilibrio degli altri 21 giocatori in campo. Due giocatori che “si trovino” bene cambiano la musica e si creano “immediatamente” un gioco più fluido e occasioni da goal. Tutto questo (anche tutto questo) è il Calcio. I tifosi, i veri tifosi, lo sanno e ci sono.
C’è la sosta per l’impegno della Nazionale Italiana: arriva al momento giusto, perché è naturale che Frank de Boer abbia bisogno di tempo. La sua Inter è come se avesse ricominciato da Luglio, il che è tutto dire, ma il mese che ha chiesto il tecnico nerazzurro non c’è. Poco più di una settimana e si va a Pescara, il 15 Settembre si debutta in Europa, in casa e tre giorni dopo c’è la peggiore delle rivali: arrogante, sempre più forte, ben organizzata, desiderosa di vendetta. Arriva la Juventus, per il “Derby d’Italia”. Lo scorso anno, in occasione della Semifinale di Coppa Italia erano arrivati a Milano altezzosi, guardando dall’alto in basso, ma sono stati ridimensionati dai ragazzi nerazzurri che almeno questa soddisfazione, al pubblico del “Meazza” l’hanno data. Poi i rigori e va beh, purtroppo è andata male. Ma il principio non cambia.
Mister, lo scontro diretto è una opportunità concreta (e non solo morale) per dire: “Fermi tutti! Si ricomincia da oggi, perché anche l’Inter vuole essere protagonista in questo Campionato”. Se i bianconeri si presenteranno a San Siro a 9 punti l’Inter dovrà scendere in campo a + 4. Solo così, vincendo contro “la Gobba” si ristabilirà equità. E, allora, che Mister de Boer si prenda il tempo che gli serve, ma il tecnico nerazzurro, parallelamente, almeno per i prossimi 270 minuti in campo acquisisca quella mentalità delle scuole di Teatro: si sfrutta al massimo la capacità del singolo. Un mese è troppo, bisogna iniziare a correre…