Mise la bandiera dell’Inter nelle mani della Madonnina

In Primo Piano Nerazzurri

Un giorno una giovane fanciulla che si apprestava a ottenere la sua prima Laurea disse: “Quando lavorerò io vorrò essere come Simona Trovati”… Simona (che lavora in uno dei posti più belli di Milano, lo stadio di San Siro “Meazza”) è la figlia di Graziano Trovati. “Chi era costui?”, si chiederebbe Alessandro Manzoni nelle prime pagine di un nuovo romanzo e, così, si chiederanno i più giovani tifosi nerazzurri.

Ci fu un giorno in cui tutta Milano impazzì per l’Inter, era il Maggio 1964, al Prater di Vienna il F.C. Internazionale vinse la sua prima Coppa dei Campioni. Era l’Inter di Moratti ed Herrera. Finì 3 a 1: due goal di Mazzola e uno di Aurelio Milani piegarono il grande Real Madrid dove giocavano Puskas e Di Stefano.

Graziano Trovati salì sul Duomo, dove la Madonninna protegge tutta Milano, e le mise in mano una bandiera dell’Inter. Fu così che i Carabinieri lo arrestarono e finì in prigione:

“Mi tirò fuori il giorno dopo l’avvocato Prisco, principe del foro e tifoso nerazzurro. Poi mi telefonò il Presidente, Moratti padre, e mi fece i complimenti. Mi chiese se ero disposto a creare una struttura associativa dei tifosi dell’Inter. Gli dissi di sì e ci mettemmo all’opera in tre. Gli Inter Club nacquero così”.

Ora Graziano Trovati con la Madonna, quella assunta in Cielo, potrà parlarci a tu per tu. Ci ha lasciati dopo avere dedicato molta parte della sua vita all’Inter. Regalava i gagliardetti nerazzurri ai bambini dell’oratorio per favorire il loro divenire interisti… Quando l’Inter perdeva il giorno dopo si vestiva di nerazzurro e a chi gli chiedesse il perché rispondeva: “Troppo facile essere dell’Inter gli altri giorni”… Che bella lezione per molti tifosi.

“Ho svolto”, ricordava, “il ruolo del factotum. Oggi non esiste più, ma una volta nelle squadre di Calcio c’erano le persone a cui si chiedevano le cose più delicate, di ogni tipo. Certi versamenti in banca, gli acquisti di materiali senza fare sprechi, o missioni segrete come andare a prendere riservatamente all’aeroporto un calciatore in trattativa per venire all’Inter. I Presidenti con cui ho lavorato, Moratti e poi Fraizzoli e poi ancora Pellegrini, sapevano che di me si potevano fidare. Nemmeno con mia moglie mi sfuggiva una parola su quello che facevo, e lei me lo rimproverava, «Ma come è possibile?» mi chiedeva”. (…) “Ho collaborato anche con Italo Allodi, il General Manager di quello squadrone. Sono rimasto amico di Flora Gandolfi, la moglie del «Mago», Helenio Herrera, ho voluto bene soprattutto a Sandro Mazzola e Giacinto Facchetti”.

Il Calcio, però, non era l’unica passione di Trovati. C’era anche il Ciclismo, che praticava. Fu dilettante a tredici anni. Poi, corse sotto le insegne dell’Unione Velocipedistica Italiana. Fu squalificato perché gareggiò in corse proibite… C’erano premi in vini e prosciutti. Era in imbarazzo se gli chiedevano chi fosse il più forte tra Meazza e Binda…

Chi fosse sua figlia, però, Graziano lo sapeva: “…mia figlia Simona, la prima laureata di casa, che dirige il museo di San Siro, più di duecentomila visitatori all’anno, il terzo museo di Milano. … Non è una bella soddisfazione?”.

Lo sapeva lui e lo sapeva quella fanciulla di un tempo, cui abbiamo accennato. Ed è per questo che oggi, giorno del funerale di Graziano ci stringiamo a lei in un dolce abbraccio. Forza Simona. Ora papà andrà in Cielo, là tutto è azzurro, ma verso sera vi sono tinte nere che si confondono con le nuvole. La Madonna si ricorderà certamente di quella notte di Maggio del 1964, a Milano… Il cuore di papà batteva forte, le lacrime, ne siamo certi, gli scendevano sulle guance… E mai galera fu più dolce.

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Pierluigi Arcidiacono
Pierluigi Arcidiacono
Il nostro Direttore, Pierluigi Arcidiacono, un giorno chiese al suo papà di portarlo ad assistere a Inter-Sampdoria, nel 1971, quando non aveva ancora dieci anni. Aveva saputo che Suarez non giocava più con la maglia nerazzurra, ma con quella blucerchiata. Questo, nella logica di un bambino, gli appariva come una cosa molto strana, quindi, desiderava vederlo in campo. Quel giorno giocavano gli uomini che avrebbero vinto l’11° scudetto della storia dell’Inter e quella squadra rimarrà sempre nel cuore del nostro Direttore. La partita finì 3 a 1 per i nerazzurri. Segnò prima Mazzola al 46°, poi, Boninsegna su rigore al 65°, ancora Boninsegna all’80° e, infine, proprio davanti agli occhi del nostro Pigi Arcidiacono, Suarez segno il goal della bandiera su rigore. Passarono un po’ di anni. Pigi scrisse molto (poesie, articoli, libri e testi teatrali) e tra i suoi scritti si trovano anche diversi testi sull’Inter. Si ricordano soprattutto: “Vade retro Satana - Storie di una vita neroazzurra” (Librificio-Proedi - 2004), “Marco Materazzi - Degno della maglia” (Il Flabello - 2006), la monografia “La Grande Inter Anni ’60” (Cigra 2003 - 2007) e “Armando Picchi - Un nome già scritto Lassù” (Il Melograno - 2011). Da non dimenticare anche: “Massimo Moratti - Mai visto un cuore così grande” (Il Flabello - 2006) e il primo libro pubblicato in Italia su Javier Zanetti, “Milano siamo noi - Il cuore del Capitano” (Il Flabello - 2009) . Nel 2013, Arcidiacono, inizia a pensare al sito #INTER (Hashtag Inter) dove si tenterà di parlare di Calcio e dell’Inter diversamente, ma sempre con cuore.
http://www.hashtaginter.it