Finisce un altro mese di rotture di scatole, tra sconfitte, problemi, false notizie e polemiche… Forse Perisic ha ragione, forse no. A noi, interisti da sempre, stona molto il desiderio di un giocatore di non rimanere a Milano, a giocare con la maglia nerazzurra: la gloriosa maglia nerazzurra, vestita da Meazza, Corso, Facchetti, Mazzola e Boninsegna, Lothar Matthäus, Aldo Serena, Milito… Quella baciata decine e decine di volte da Javier Zanetti, il Capitano.
Ci girano subito le scatole. Non vuoi stare qui? Ci sono tante squadre che ti richiedono? Bene, vai pure, non abbiamo bisogno di te; se non hai capito dove sei, se sei un mediocre servo del denaro, vai pure.
C’è da dire che in queste faccende emergono anche certe responsabilità della società. Ci vogliono milioni di anni per creare amore, se non ci sono personaggi come Angelino Moratti, come Eugenio Bersellini e tanti altri… Chi viene a giocare a Milano (se non respira quell’amore) considera la faccenda solo qualcosa da mettere nel curriculum. Poi si va via. L’Inter di questi ultimi anni (da dopo la Coppa Italia vinta nel 2011) sembra essersi trasformata nella Postal Market del Calcio italiano (vi ricordate il catalogo di acquisti che si riceveva via Posta?). Ma non è tutto: per anni sono passati Dirigenti e uomini (e donne) che ricoprivano incarichi importanti senza nemmeno sapere perché fossero lì; altro che amore per i colori nerazzurri. Non c’è bisogno di fare nomi, perché alcuni di loro (molti) sono stati e sono talmente sbiaditi che non li conoscereste nemmeno. Si pensi soltanto al divieto di scrivere (o dire) la parola “neroazzurri”… Oggi Spalletti lo dice, perché evidentemente non c’è più chi imponeva (e si preoccupava tanto) che si dicesse: “nerazzurri”. Questi gli aspetti importanti curati da chi occupava “cadreghe” di potere all’Inter!
L’Inter… Una società che non possiede nemmeno una maglia storica dei propri Campioni; non una di Picchi o Burgnich, che giocavano quando la dotazione era di una sola maglia; non una di Altobelli Beccalossi, ma nemmeno una di Maicon o di Samuel Eto’o. Nulla, nemmeno una figurina.
E vogliamo che si innamorino Perisic e “Uanda” (che un pochino fa la moglie e la tifosa di Icardi e un pochino la Procuratrice…)?
Per carità.
Noi confidiamo ancora e solo nel Presidente…
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