Follonica – Con Gianfelice Facchetti, figlio dell’indimenticato e indimenticabile Giacinto Facchetti, bandiera della “Grande Inter”, ha condiviso numerosi progetti artistici. Luciano Macchia, tromboniere del gruppo “Ottavo Richter Trio”, in questi giorni è uscito con il suo ultimo singolo dal titolo: “Al mare ci vado da solo”.
Una canzone scritta nell’estate 2019 e incisa in pieno “Lockdown”, per sopravvivere alla noia e mantenere i contatti con coloro che hanno condiviso insieme “a macchia” questo progetto.
La canzone narra del sogno di un uomo interrotto dalla doppia scampanellata del postino. “Ho sempre sognato di andare in spiaggia (racconta il musicista) con poche cose essenziali : gli occhiali da sole, le birre, e soprattutto, me stesso! Il leitmotiv è una scolorita imprecazione continua il crooner e trombonista: “Maremma, Maremma Toscana…”, perché non mi sono mai piaciute le imprecazioni, sia nella vita che nelle canzoni, ma alla fine il tutto sottolinea in modo efficace la disperazione del protagonista della canzone”.
Alla produzione hanno collaborato anche Ionut Razvan Brinza Darabuoka, Raffaele Kohler Tromba, Kole Laka mix e suoni elettronici Silvia Reale voce.
Luciano Macchia ha collaborato con artisti del calibro di Afterhours, Niccolò Fabi, e Vinicio Capossela e ha suonato al “Teatro alla Scala”, nell’Orchestra Sinfonica Friuli Venezia Giulia.
La citazione della Toscana nel suo brano e in particolare della Maremma non è certo casuale: Macchia è infatti molto conosciuto da queste parti soprattutto a Follonica, dove, nel marzo del 2019, è stato protagonista al “Teatro Fonderia Leopolda” insieme al gruppo “Ottavo Richter Trio” dello spettacolo “Eravamo Quasi in Cielo”, ideato e diretto proprio da Gianfelice Facchetti.
Luciano Macchia non è che l’ultimo in ordine di tempo a cantare la Maremma, terra meravigliosa, che nel tempo ha ispirato cantanti ma anche poeti, pittori e scrittori.