L’Inter pareggia sul campo e (fuori) perde di immagine…

Fuori Campo Il Direttore In Primo Piano

In campo l’Inter (contro il Sassuolo, nella prima giornata del Girone di ritorno) non si esprime al meglio e pareggia 0 a 0. Fuori dal campo i nerazzurri fanno peggio.
La decisione di non fare ricorso (dopo le faccende di Inter-Napoli) aveva già stupito molti tifosi: una brutta (molto brutta) imitazione di quell’Onestà morale che caratterizzava realmente la vita di Giacinto Facchetti e che è sempre stata (o almeno ha cercato di essere) il fiore all’occhiello della società nerazzurra. Pensate, nella storia dell’Inter e del Calcio italiano, a quanti ricorsi siano stati fatti quando, invece, bisognava solo stare zittini.
L’Onestà non è calare le braghe; non è mettere la coda tra le gambe e subire una decisione ingiusta, ma è proprio il contrario. Subire una decisione ingiusta è disonestà.

Tutto quello che non contribuisce a stabilire la verità non è pulito, è sporco, è marcio. (1)
Nessuno all’Inter ha avuto il coraggio di alzare la voce e nemmeno di, educatamente, chiedere spiegazioni.
Nessuno ha avuto il coraggio di zittire Carlo Ancelotti; nessuno ha convocato tutti giornalisti che hanno partecipato al coro di condanna del razzismo. Razzismo che non esiste e non c’è stato. Il razzismo è una cosa terribile e chi lo subisce o lo ha subito davvero lo sa. Invece, sulle bocche e nelle penne di molti addetti ai lavori questa parola si spreca. Tutto questo è molto pericoloso.

La prima mossa della società nerazzurra dopo Inter-Napoli è stata un Comunicato insipido, qualcosa che si può pubblicare su opuscolo, ma non ha la minima facciata di un Comunicato ufficiale di una società seria. (2) Nei giorni scorsi, invece, quale preludio alla seconda partita casalinga a porte chiuse…
Qualche genio della società nerazzurra si è inventato questa penosa faccenda del “Buu” (Brothers Universally United); una iniziativa degna di una fighetta mediocremente attraente in cerca di quanti più “like” possibili sui social.
Che pena…

Koulibaly, invece, anzi il Napoli, i ricorso lo aveva fatto e – come sappiamo – è stato respinto; ergo, tanto per cambiare, qualcosa in tutta questa storia non quadra. Infatti, se il ricorso del Napoli per il suo giocatore non è stato accolto significa che (considerato il referto dell’arbitro e riviste le immagini) non vi era alcun motivo per giustificare la reazione nervosa del giocatore: sia quella espressa una volta ricevuto il cartellino giallo, sia quella in occasione dell’immediato successivo cartellino rosso. Koulibaly ha perso le staffe non perché turbato e avvilito (come dichiarato da Ancelotti) dai continui cori razzisti contro la sua persona (cori che non ci sono stati), ma perché Politano se lo era bevuto in pochi metri e il giocatore napoletano non ce la faceva più, se l’è fatta addosso, ed è stato costretto al fallo. Davide, ancora una volta, stava sconfiggendo Golia…

Tutte fregnacce quelle espresse da Ancelotti a fine partita.

Tutte baggianate le dichiarazioni di disapprovazione del nostro pubblico da parte dei vari Mentana e Caressa…

Infine, una piccola riflessione: perché alla prossima giornata in casa punire solo la Curva Nord? Possiamo dimostrare che, così come non ci son stati i cori contro Koulibaly, i “Buu Buu” finali in occasione della espulsione del giocatore sono provenuti da tutti i settori dello stadio…
Ci dispiace davvero molto vedere il Presidente dell’Inter (in cui crediamo molto), il nostro Capitano, il mitico Figo e un simbolo della storia nerazzurra come Javier Zanetti, ridotti a “parvenue” in uno spot promozionale (non si sa di che cosa), certamente indegno della nostra storia e anche della peggiore pubblicità di pasta adesiva per dentiere messa in onda all’ora di cena…

(1) Per la Legge la difesa è sacra. Lo è (nella quotidianità) per chi si dedichi alla professione di Avvocato e tanto più lo è per chi nello svolgere tale professione dichiari di essere un credente. Il patrocinio è il presupposto di ogni ricerca della verità e non può essere negato, perché serve, in primis, a facilitare il Giudice nella ricerca del vero. Specialmente in materia Penale, la difesa degli imputati, anche colpevoli di reati gravi, è doverosa. Accettando una difesa l’Avvocato non partecipa all’ingiustizia della causa. Egli si limita a svolgere una difesa leale e onesta atta solo a invocare umanità e clemenza nel Giudice. L’abbandono di un debole, semmai, costituisce un peccato grave, più che l’accettare una causa quando la propria coscienza suggerirebbe di non farlo.

(2) MILANO – In relazione ai fatti accaduti durante la partita Inter-Napoli e alla conseguente decisione assunta dal giudice sportivo della Lega Nazionale di Serie A, il Club ribadisce che dal 9 marzo del 1908 Inter significa integrazione, accoglienza e futuro.
La storia di Milano è fatta di questo, di inclusione e di rispetto.
Assieme alla nostra città noi lottiamo da sempre per un futuro senza discriminazioni. Ci impegniamo nel territorio facendoci portavoce di questi valori che sono da sempre un vanto per il nostro Club.
L’Inter è presente in 29 paesi del mondo, dalla Cambogia alla Colombia, dove oltre diecimila bambini sono coinvolti nel progetto Inter Campus, che ha l’obiettivo di restituire loro il diritto al gioco in contesti delicati, attività la cui importanza è stata riconosciuta anche dall’ONU.
Da quando una notte di 110 anni fa i nostri fondatori hanno messo la firma su quello che sarebbe stato il nostro percorso, noi abbiamo detto no ad ogni forma di discriminazione.
Per questo ci sentiamo in dovere oggi, una volta di più, di affermare che chi non dovesse comprendere e accettare la nostra storia, questa storia, non è uno di noi.

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Pierluigi Arcidiacono
Pierluigi Arcidiacono
Il nostro Direttore, Pierluigi Arcidiacono, un giorno chiese al suo papà di portarlo ad assistere a Inter-Sampdoria, nel 1971, quando non aveva ancora dieci anni. Aveva saputo che Suarez non giocava più con la maglia nerazzurra, ma con quella blucerchiata. Questo, nella logica di un bambino, gli appariva come una cosa molto strana, quindi, desiderava vederlo in campo. Quel giorno giocavano gli uomini che avrebbero vinto l’11° scudetto della storia dell’Inter e quella squadra rimarrà sempre nel cuore del nostro Direttore. La partita finì 3 a 1 per i nerazzurri. Segnò prima Mazzola al 46°, poi, Boninsegna su rigore al 65°, ancora Boninsegna all’80° e, infine, proprio davanti agli occhi del nostro Pigi Arcidiacono, Suarez segno il goal della bandiera su rigore. Passarono un po’ di anni. Pigi scrisse molto (poesie, articoli, libri e testi teatrali) e tra i suoi scritti si trovano anche diversi testi sull’Inter. Si ricordano soprattutto: “Vade retro Satana - Storie di una vita neroazzurra” (Librificio-Proedi - 2004), “Marco Materazzi - Degno della maglia” (Il Flabello - 2006), la monografia “La Grande Inter Anni ’60” (Cigra 2003 - 2007) e “Armando Picchi - Un nome già scritto Lassù” (Il Melograno - 2011). Da non dimenticare anche: “Massimo Moratti - Mai visto un cuore così grande” (Il Flabello - 2006) e il primo libro pubblicato in Italia su Javier Zanetti, “Milano siamo noi - Il cuore del Capitano” (Il Flabello - 2009) . Nel 2013, Arcidiacono, inizia a pensare al sito #INTER (Hashtag Inter) dove si tenterà di parlare di Calcio e dell’Inter diversamente, ma sempre con cuore.
http://www.hashtaginter.it