Il rispetto per la maglia nerazzurra e l’affetto e l’amore per i tifosi, ciò che ha caratterizzato quasi vent’anni di carriera nell’Inter di Javier Zanetti, il Capitano. Le spalle larghe, capaci di sopportare tutto: le cariche degli avversari durante il gioco; i soprusi dei prepotenti e dei potenti; le sconfitte “in extremis” (quando tutto era stato fatto bene, come nel 2002 e nel 2003); le sconfitte per mancanza di quel pizzico di grinta e determinazione in più da parte di qualcuno (come nel Campionato 2010/2011).
Si vorrebbe questo, nel Campionato 2015-2016, dai ragazzi di Roberto Mancini: affetto e amore per i tifosi, rispetto per una maglia gloriosa, le spalle larghe (nel bene e nel male).
Si sa che non ci sono distrazioni internazionali (purtroppo, naturalmente, ma non ci sono), si sa che il Campionato è concentrato, con cinque turni infrasettimanali… Bene così. Si sa che molti si considerano superiori (alcuni indubbiamente lo sono) e che altri godranno nel beneficio mediatico che li supporterà sempre e comunque e che li esalterà per ogni minimo passo, mentre all’Inter spetta un pubblico critico ed esigente (si quello più competente, sia quello un po’ mediocre…). Si sa anche che disponiamo di uno dei migliori allenatori: Roberto Mancini.
Bene così.
Ricordiamo un vecchio Inno degli Anni Sessanta, che iniziava così:
«Largo che arriva l’Inter, comincia lo spettacolo!»
Forza Inter! Spalle larghe, rispetto e amore.