La Lazio vince e Inzaghi “sbomba” – Il match, Quarti di Finale di Coppa Italia (Inter-Lazio) è finito da meno di un’ora. La Lazio ha vinto 1 a 2 e ora i romantici del Calcio (quelli veri) sperano in una Semifinale tutta romana, andata e ritorno nella Capitale d’Italia, contro i giallorossi. Dopo essere passati davanti alle telecamere delle televisioni i due allenatori, prima uno e poi l’altro, approdano nella saletta di San Siro riservata alle interviste. Il primo ad arrivare è Inzaghi. Le domande dei giornalisti vertono sempre sugli stessi argomenti (d’altronde sono questi che i tifosi desiderano sentire): chi ha sbagliato, chi ha fatto giusto, perché quello che ha sbagliato ha fatto così e perché lo ha fatto chi ha fatto giusto… Amen. Poi il Calcio è un’altra faccenda. Questioni di goal, fatti o subiti. Questione anche di fortuna. Questione anche di bravura dell’altro, ad esempio dei portieri, perché se la palla la tiri dentro una, due, tre o quattro volte e l’estremo difensore (come a volte accade) ti va – come si dice in”gergo” – a togliere le ragnatele anche dagli angolini, allora il tuo destino è segnato. Inutile arrabbiarsi troppo se ci mettono tanto tempo a rimettere il pallone in gioco: non dovevi farti segnare i goal, dovevo batterli infilandogli la sfera dietro la schiena. Inzaghi arriva e “sbomba”, dice che la sua squadra poteva segnare anche 4 o 5 goal… Si, va bene, può darsi, ma ragionando così li poteva segnare anche l’Inter. O no? Quindi? Quindi il risultato è quello del campo: 1 a 2 (e con un rigore più che moto dubbio…), triste per i narazzurri, benevolo per la Lazio. Ma Inazghi non si ferma. Dice anche che i suoi ragazzi hanno battuto la squadra che in questo momento è più in forma in Italia e in Europa. I giornalisti si guardano tra loro… poi l’intervista continua, ma poco dopo Inzaghi si ripete: l’Inter è, per lui, la squadra che in questo momento è più in forma in Italia e in Europa. Davvero? Anche in Europa? Non avevamo sentito male. Ma allora è proprio uno strano sport questo Calcio. Una squadra così in forma perde in casa 1 a 2 e viene eliminata dalla Coppa nazionale, ma, allora, l’altra compagine quanto in forma era?
Pierluigi Arcidiacono
Il nostro Direttore, Pierluigi Arcidiacono, un giorno chiese al suo papà di portarlo ad assistere a Inter-Sampdoria, nel 1971, quando non aveva ancora dieci anni. Aveva saputo che Suarez non giocava più con la maglia nerazzurra, ma con quella blucerchiata. Questo, nella logica di un bambino, gli appariva come una cosa molto strana, quindi, desiderava vederlo in campo. Quel giorno giocavano gli uomini che avrebbero vinto l’11° scudetto della storia dell’Inter e quella squadra rimarrà sempre nel cuore del nostro Direttore. La partita finì 3 a 1 per i nerazzurri. Segnò prima Mazzola al 46°, poi, Boninsegna su rigore al 65°, ancora Boninsegna all’80° e, infine, proprio davanti agli occhi del nostro Pigi Arcidiacono, Suarez segno il goal della bandiera su rigore. Passarono un po’ di anni. Pigi scrisse molto (poesie, articoli, libri e testi teatrali) e tra i suoi scritti si trovano anche diversi testi sull’Inter. Si ricordano soprattutto: “Vade retro Satana - Storie di una vita neroazzurra” (Librificio-Proedi - 2004), “Marco Materazzi - Degno della maglia” (Il Flabello - 2006), la monografia “La Grande Inter Anni ’60” (Cigra 2003 - 2007) e “Armando Picchi - Un nome già scritto Lassù” (Il Melograno - 2011). Da non dimenticare anche: “Massimo Moratti - Mai visto un cuore così grande” (Il Flabello - 2006) e il primo libro pubblicato in Italia su Javier Zanetti, “Milano siamo noi - Il cuore del Capitano” (Il Flabello - 2009) . Nel 2013, Arcidiacono, inizia a pensare al sito #INTER (Hashtag Inter) dove si tenterà di parlare di Calcio e dell’Inter diversamente, ma sempre con cuore.
http://www.hashtaginter.it