Jovetic, il numero 10

Together Inter Milano

Il pensiero di Stevan Jovetic è sereno e chiaro, questo può essere l’anno del rilancio del Calcio italiano e l’Inter può dire la sua parola: «Abbiamo in squadra anche giovani molto bravi che devono crescere, bisogna solo avere pazienza e bisogna che le cose vadano al meglio e potremo essere competitivi da subito e lottare per il terzo posto.».

Presentazione tranquilla, quella di Stevan Jovetic allo stadio “Meazza” di Milano. Tutti sorridenti. Il Responsabile dei Rapporti con i Media e degli Eventi di Comunicazione, Luigi Crippa, prima di iniziare, organizza la sessione fotografica con la nuova maglia. I giornalisti attendono in un silenzio quasi religioso, ma non c’è tensione, anzi. Poi, il Direttore Generale, Marco Fassone, presenta il giocatore alla Stampa. Seduto con il centrocampista montenegrino (e con il dottor Fassone) al tavolo della conferenza, ovviamente, c’è anche il Direttore Sportivo: Piero Ausilio. Alle loro spalle il consueto tabellone con gli sponsor, dove appare anche “BROOKS BROTHERS”, l’elegante sponsor nerazzurro, che veste gli uomini Inter.

Nel suo buon italiano Jovetic affronta e risponde a tutte le domande: il suo numero preferito è l’8, poi, «purtroppo Mateo è andato via e ho pensato che il numero 10 poteva essere il mio numero». Questa nell’Inter è una eredità importante, considerando che la maglia numero dieci l’hanno indossata uomini che hanno fatto la storia dell’Internazionale, sia giocando con questo numero nel ruolo che rappresenta, sia giocando in altri ruoli. Si parla di miti come Suarez e Mazzola; autentici “pirati” del centrocampo come Giampiero Marini; fenomeni come Evaristo Beccalossi, Liam Brady, Lothar Matthäus,Youri Djorkaeff, Ronaldo e Roberto Baggio; veri e propri “Palloni d’Oro” (al di là della “politica”), come uno dei protagonisti del “Triplete” 2010: Wesley Sneijder.

<> at Stadio Giuseppe Meazza on August 20, 2015 in Milan, Italy.
<> at Stadio Giuseppe Meazza on August 20, 2015 in Milan, Italy.

Prosegue Jovetic: «Ci siamo allenati bene da quando sono qui, siamo pronti non vedo l’ora che sia domenica.». Poi, riferendosi a Mauro Icardi, suo compagno di reparto, conferma che si tratta di un giocatore forte, che c’è già una buona intesa, che con il tempo questa migliorerà: «Con lui le cose vanno bene, lo conoscevo. So che è bravissimo. Ho seguito i suoi goal dall’Inghilterra e avevo già un’ottima impressione.».

Le pressioni che ci potranno essere in Italia e specialmente a Milano non lo preoccupano e, stimolato da una domanda di un giornalista, afferma con sicurezza che “davanti” può sentirsi a suo agio in ogni ruolo e di questo ha già parlato con Roberto Mancini: «Il mister mi ha detto quello che si aspetta da me anche dal punto di vista tattico. Non solo lui, però, anche i tifosi so che si aspettano molto da me, ma devo dare il mio contributo in termini di goal e assist, nient’altro…». (…) «…da qui in avanti penso di poter fare tutti i ruoli, anche se la seconda punta è quello che ho fatto di più…».

In merito alla sfida con il Milan alla terza di Campionato, Jovetic ha detto: «È una partita importante e speciale e non vedo l’ora di giocarla. Però, spero di  fare goal prima del derby! Già con l’Atalanta.».

Un pensiero anche per la sua Firenze, dove si giocherà nel giorno di San Valentino, il 14 Febbraio 2016: «Amo la città e i tifosi Viola. Sono stato bene lì per cinque anni. Ho stima per loro e spero sempre che le cose vadano bene per la Fiorentina. Mi aspetto una bella accoglienza da parte dei gigliati».

Nella sua spontaneità Jovetic ha anche accennato a qualcosa che potrebbe ancora accadere prima della chiusura del mercato, a qualche rinforzo che sarebbe ancora utile, ma a Piero Ausilio, però, è scappato da ridere e così ha coinvolto tutti i presenti in sala. «Tu lo sai…», ha concluso Stevan, battendo una mano sulla spalla del Direttore Sportivo.

Pierluigi Arcidiacono
Pierluigi Arcidiacono
Il nostro Direttore, Pierluigi Arcidiacono, un giorno chiese al suo papà di portarlo ad assistere a Inter-Sampdoria, nel 1971, quando non aveva ancora dieci anni. Aveva saputo che Suarez non giocava più con la maglia nerazzurra, ma con quella blucerchiata. Questo, nella logica di un bambino, gli appariva come una cosa molto strana, quindi, desiderava vederlo in campo. Quel giorno giocavano gli uomini che avrebbero vinto l’11° scudetto della storia dell’Inter e quella squadra rimarrà sempre nel cuore del nostro Direttore. La partita finì 3 a 1 per i nerazzurri. Segnò prima Mazzola al 46°, poi, Boninsegna su rigore al 65°, ancora Boninsegna all’80° e, infine, proprio davanti agli occhi del nostro Pigi Arcidiacono, Suarez segno il goal della bandiera su rigore. Passarono un po’ di anni. Pigi scrisse molto (poesie, articoli, libri e testi teatrali) e tra i suoi scritti si trovano anche diversi testi sull’Inter. Si ricordano soprattutto: “Vade retro Satana - Storie di una vita neroazzurra” (Librificio-Proedi - 2004), “Marco Materazzi - Degno della maglia” (Il Flabello - 2006), la monografia “La Grande Inter Anni ’60” (Cigra 2003 - 2007) e “Armando Picchi - Un nome già scritto Lassù” (Il Melograno - 2011). Da non dimenticare anche: “Massimo Moratti - Mai visto un cuore così grande” (Il Flabello - 2006) e il primo libro pubblicato in Italia su Javier Zanetti, “Milano siamo noi - Il cuore del Capitano” (Il Flabello - 2009) . Nel 2013, Arcidiacono, inizia a pensare al sito #INTER (Hashtag Inter) dove si tenterà di parlare di Calcio e dell’Inter diversamente, ma sempre con cuore.
http://www.hashtaginter.it