Una bella tradizione quella del F.C. Internazionale Milano e dei suoi allenatori, davvero bella. Molti galantuomini, alcuni “Special One”, alcuni “Traghettatori” (non meno importanti) e alcuni che potevano divenire l’uno e, invece, sono stati l’altro.
Parla con voce calma il Mister (subito dopo la vittoria sull’Udinese per 1 a 0), ogni tanto sorride, sovente tiene lo sguardo basso, ma non per sfuggire alle proprie responsabilità; non perché le domande dei giornalisti lo imbarazzino. Ci mancherebbe. Accanto a lui c’è Robert Faulkner (Chief Communications Officer della società); ogni tanto si guardano.
Spalletti siede a pieno diritto sulla panchina nerazzurra (meritatamente) e, a pieno diritto, potrebbe occupare un posto in Curva Nord, tra i mentori del tifo interista. Luciano Spalletti non perde occasione per spiegare cosa significhi fare parte di questa meravigliosa compagine milanese: dai Dirigenti ai tecnici, ai giocatori e dai tifosi ai giornalisti “di parte” nerazzurra:
“Io difendo l’Inter. Il mio dovere è quello di difendere l’Inter. I tifosi devono sostenere l’Inter”…
È una brava persona Spalletti, corretto, onesto intellettualmente, non cerca sotterfugi. Mentre parla ci ricorda la “Prima lettera ai Corinzi” di San Paolo, quando ci si riferisce alla “Carità”, che ¬– come le parole del Moster – “è paziente, è benigna…” (…) “…non è invidiosa” (…) “…non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità”…
Assolutamente consapevole delle proprie qualità, Spalletti, si esprime modestamente: non fa il “Bauscia”, ma elogia i suoi ragazzi, la sua squadra. Si deve crescere, sì, questo lo abbiamo capito tutti, ma i passi si fanno uno per volta: i salti in lungo servono a poco, perché se sbagli finisci nel fosso. L’Inter, invece, sta “costruendo”.
Su Icardi Spalletti dice:
“Il nostro Capitano con queste prestazioni completa quello che è il lavoro dell’attaccante perfetto. Nelle ultime due partite ha fatto in maniera straordinaria il movimento di venire incontro per liberare spazio ai compagni.
Sul rigore battuto “a cucchiaio” dal Capitano:
“Secondo me Mauro ha guardato il portiere e ha visto che è partito in anticipo. Voleva una soluzione che gli desse la tranquillità di segnare”.
Sulla partita:
“Stasera abbiamo fatto bene, senza però mettere la necessaria intensità e senza avere le vampate giuste. Avremmo dovuto metterci più impeto e ferocia, ma siamo stati bene in campo. Con le sostituzioni volevo dare un segnale, ci siamo un po’ sbilanciati ma dovevamo assolutamente portare a casa la partita. Abbiamo preso un paio di tiri di troppo, ma per come è andata la gara avremmo dovuto incanalarla prima sui binari della vittoria. Non facciamo passare messaggi sbagliati. Stasera è stata una partita in equilibrio, è stato un match che l’Inter ha vinto meritatamente. A volte perdiamo dei palloni banali, che dobbiamo imparare a gestire diversamente. Siamo arrivati spesso a puntare la linea difensiva senza la qualità corretta nell’ultimo passaggio. Per essere vincenti, oltre a essere una buona squadra bisogna essere anche cattivi e ottenere il massimo dalle situazioni di vantaggio. Non dobbiamo incasinarci nelle scelte…”.
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