Uno, come il punto che condividono i nerazzurri e i rossoneri dopo il 221° “Derby della Madonnina” della storia. Rimane un po’ di rammarico per com’è andata la partita e per come rimane invariata la classifica, ma è bello e giusto aver avuto il coltello dalla parte del manico per quasi tutti i 95 minuti.
Due, come i goal a porta vuota “sbagliati” da Mauro Icardi. Due occasioni che assolutamente non definiscono la reale qualità del calciatore, ma che purtroppo hanno definito lo 0 a 0 e il non sorpasso sulla Roma.
Tre, come il terzo posto mancato e tanto desiderato. La maratona per la qualificazione alla prossima edizione della Champions League è ardua; divertente per i tifosi neutrali, così com’è appassionante e stressante per chi la vive direttamente.
Quattro, come la posizione attuale in classifica. Forse ci si meritava qualcosa in più, ma il quarto posto è l’obiettivo di questa stagione e sfidiamo qualsiasi tifoso interista a rifiutarlo. Un ritorno nella competizione più prestigiosa darebbe l’entusiasmo che manca a questa splendida tifoseria.
Cinque, come le partite consecutive senza subire goal e sconfitte. È vero che oltre alla sconfitta a Genova l’Inter non perdeva dal 23 Dicembre, ma tra le partite di Gennaio e la prima parte di Febbraio rispetto alle ultime 5 c’è una differenza notevole, soprattutto sul il piano del gioco.
Sei, come gli anni dall’ultima apparizione in Champions League. Per questo raggiungere il quarto posto è così importante; perché nei tifosi c’è una voglia immensa di tornare nel Calcio che conta. Diceva José Mourinho che la Champions League non dev’essere un’ossessione, ma giunti a questo punto un po’ di ossessione potrebbe fare solo bene.
Sette, come (aggiunto a un altro sette) il numero di maglia di Marcelo Brozović. Giocatore ritrovato nel “nuovo” ruolo, metronomo scomparso per troppo tempo, ma la bussola di mister Spalletti lo ha recuperato e gli ha dato nuova vita.
Otto, come le partite che mancano da qui alla fine del Campionato. Partite difficili e importanti per i nerazzurri, tra cui cinque trasferte storicamente “rognose”, ma che indicheranno definitivamente di che pasta è fatta questa Inter.
Nove, come i goal di Perisic in Campionato. Il croato ha una qualità enorme, e quando la sfoggia possiamo apprezzarla a pieno. L’esterno nerazzurro ha mancato di continuità che potrebbe benissimo aumentare le marcature e i punti della squadra.
Dieci, come il numero di maglia che simbolicamente ha Rafinha, nascosto sotto quel n°8 leggermente ingannevole. Forse l’Inter ha trovato il vero “trequartista”, che manca dai tempi di Sneijder.
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