Inter sconfitta, ma nulla è perduto. Il sogno continua – Di Maurizio Ceccarelli

In Campo In Primo Piano

BOLOGNA – Tira tira la corda si spezza. L’Inter perde a Bologna e viene raggiunta dal Napoli in testa alla classifica del Campionato. Una sconfitta che brucia, anche perché arrivata al 94esimo minuto, in pieno tempo di recupero, quando ormai il pareggio sembrava cosa fatta.

L’Inter “rompe”, per usare un termine ippico, proprio nella partita forse più importante. Una partita difficile ed equilibrata come era nelle previsioni, risolta all’ultimo tuffo da Orsolini con un gran goal in mezza rovesciata.

Una sconfitta figlia di un match non certo giocato al massimo, ma anche di Stagione massacrante (a Bologna l’Inter ha giocato la sua cinquantesima partita) con incontri ravvicinati e tutti di altissimo livello.

Le energie fisiche e nervose lasciate sul campo nella sfida di pochi giorni prima contro il Bayern si sono fatte sentire.

Non perdere al Dall’Ara  avrebbe consentito all’Inter di mantenere un punto di vantaggio sui partenopei e sarebbe stato un punto pesante; sia per la classifica (i neroazzurri sarebbero stati ancora padroni del proprio destino) sia per il morale, che da ora in poi potrebbe avere un ruolo determinante nella corsa Scudetto.

Ma non è certo questo il momento di fasciarsi la testa prima di essersela rotta: mercoledì c’è il Milan in Coppa Italia per la Semifinale di ritorno dopo l’1 a 1 dell’andata. Domenica la Roma a San Siro in Campionato e poi il primo atto della sfida di Champions League a Barcellona.

Quando si gioca per vincere tutto un passo falso ci può stare, per di più contro una squadra che sta facendo una Stagione straordinaria come il Bologna di Italiano.

Nulla è perduto: i tre obbiettivi sono ancora lì. Serviranno cuore e testa e un briciolo di fortuna in questo finale di Stagione, ma sarà anche importante recuperare alcuni giocatori fondamentali come Marcus Thuram e Denzel Dumfries, ma, soprattutto, servirà che l’Inter torni a fare l’Inter.

La strada è ancora lunga… Il sogno continua.

Pierluigi Arcidiacono
Pierluigi Arcidiacono
Il nostro Direttore, Pierluigi Arcidiacono, un giorno chiese al suo papà di portarlo ad assistere a Inter-Sampdoria, nel 1971, quando non aveva ancora dieci anni. Aveva saputo che Suarez non giocava più con la maglia nerazzurra, ma con quella blucerchiata. Questo, nella logica di un bambino, gli appariva come una cosa molto strana, quindi, desiderava vederlo in campo. Quel giorno giocavano gli uomini che avrebbero vinto l’11° scudetto della storia dell’Inter e quella squadra rimarrà sempre nel cuore del nostro Direttore. La partita finì 3 a 1 per i nerazzurri. Segnò prima Mazzola al 46°, poi, Boninsegna su rigore al 65°, ancora Boninsegna all’80° e, infine, proprio davanti agli occhi del nostro Pigi Arcidiacono, Suarez segno il goal della bandiera su rigore. Passarono un po’ di anni. Pigi scrisse molto (poesie, articoli, libri e testi teatrali) e tra i suoi scritti si trovano anche diversi testi sull’Inter. Si ricordano soprattutto: “Vade retro Satana - Storie di una vita neroazzurra” (Librificio-Proedi - 2004), “Marco Materazzi - Degno della maglia” (Il Flabello - 2006), la monografia “La Grande Inter Anni ’60” (Cigra 2003 - 2007) e “Armando Picchi - Un nome già scritto Lassù” (Il Melograno - 2011). Da non dimenticare anche: “Massimo Moratti - Mai visto un cuore così grande” (Il Flabello - 2006) e il primo libro pubblicato in Italia su Javier Zanetti, “Milano siamo noi - Il cuore del Capitano” (Il Flabello - 2009) . Nel 2013, Arcidiacono, inizia a pensare al sito #INTER (Hashtag Inter) dove si tenterà di parlare di Calcio e dell’Inter diversamente, ma sempre con cuore.
http://www.hashtaginter.it