Il fascino è rimasto immutato, il derby di Milano sarà sempre una delle partite più intriganti del Campionato Italiano.
È vero, non è più quello della domenica pomeriggio alle 14,30, quando si lasciava il pranzo a metà per correre a San Siro. Non ci sono più Sandro Mazzola e Gianni Rivera, Beppe e Franco Baresi e quelle fasce da Capitano sfoggiate con orgoglio sulle stupende maglie di lana rossoneroazzurre. Non ci sono più neppure Massimo Moratti e Silvio Berlusconi a infiammare la settimana che portava alla super sfida meneghina.
Molte cose sono cambiate in questi anni tranne Lei, “La Madonnina”, che da lassù, dalla guglia più alta del Duomo, continua a guardare uno degli spettacoli più belli al mondo, perché, diciamoci la verità, la Madonnina in qualche modo appartiene all’Inter. Il motivo? Di preciso nessuno lo conosce. Forse per quello che fece Graziano Trovati, che nel 1964, dopo la conquista della prima Coppa dei Campioni neroazzurra contro il Real Madrid, si arrampicò sul punto più alto del Duomo, per mettere fra le braccia della Madonnina la bandiera dell’Inter. O forse per la presenza della “Signora di Milano” in Curva Nord, nel Derby del 1993 e nella storica coreografia “Ti te Dominet Milan” del 2012. Ma la stracittadina si sa, è, e rimane, una sfida senza tempo: per i milanesi la più sentita dell’anno. Molte sono le coreografie che hanno segnato profondamente la storia del derby in questo senso…
L’Inter (quest’anno) è nella scia della Juventus e in piena corsa per lo Scudetto, cosa che non accadeva ormai da qualche anno. Ci sarà Ibra che non vede l’ora di fare lo sgambetto alla sua ex squadra, ma ci saranno anche Eriksen e i nuovi arrivati in casa Inter, con Conte che ora più che mai crede nella possibilità di giocarsi il titolo. Indietro non si torna, i tempi sono cambiati, ma domenica alle 20:45 al “La Scala del Calcio” si accenderanno ancora una volta i riflettori : lo spettacolo di sempre sta per cominciare, c’è il Derby. Si va in scena.
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