Match sulle montagne russe #InterSassuolo, con tanto di fuochi d’artificio. Al termine dei botti a restarci di marmo è stata l’Inter gelata quasi sul filo di lana da un goal segnato da tale Giangiacomo Magnani (nativo di Correggio e cresciuto nella Reggiana), centralone di rincalzo dei neroverdi. La truppa di Conte ha così gettato alle ortiche un successo fondamentale per tenere il passo della capolista Juve: ora avanti di 8 punti. Un passo falso imperdonabile.
La gara
La serata nerazzurra è iniziata con la sorpresa della formazione annunciata da Antonio Conte: fuori 5 giocatori titolari con la Samp e dentro 5 seconde linee. Spazio a: Borja Valero, Ranocchia, Biraghi, Moses e Sánchez; fuori titolari del calibro di De Vrij, Barella e Lautaro. Ancora out per infortuni Brozović e Sensi. Formazione in campo col medesimo schema delle due precedenti partite, vale a dire 3-4-1-2 con Eriksen trequartista. Sassuolo schierato col 4-2-3-1 con Caputo riferimento avanzato.
Gli emiliani hanno aggredito la nostra mediana e al 4’ sono passati grazie a un’autostrada lasciata da Borja a Đuričić che ha approfittato anche del mal posizionamento di Ranocchia per arrivare al limite dell’area nerazzurra e scaricare su Caputo che, abile nel taglio, ha beffato Handanovič uscito in ritardo così come era in ritardo nel tentativo di chiusura Bastoni…
Una somma di errori individuali gravi ha messo la partita dell’Inter subito in salita. I padroni di casa hanno abbozzato una reazione poco convinta e poco lucida. Eriksen non brillava come nelle precedenti uscite perché non veniva adeguatamente coperto e servito dai mediani schierati alle sue spalle e perché stretto nella gabbia preparata per lui da De Zerbi per chiudergli le linee di passaggio. I neroverdi, in fase di non possesso, passavano al 4-5-1 tenendo strettissime le linee, aggredendo il portatore di palla nerazzurro per poi ripartire nelle ampie praterie che l’Inter lasciava alle sue spalle. Troppo larghi Bastoni e Škriniar che venivano spinti da Conte a impostare e a proporsi in fase offensiva, filtro di Borja e Gagliardini evanescente e per Ranocchia là dietro erano dolori.
Gli ospiti affondavano i colpi sulla catena di sinistra interista che era in sofferenza in fase difensiva, così Berardi riusciva spesso a tagliare alle spalle di Biraghi e Bastoni creando situazioni di pericolo.
Biraghi risultava decisamente più efficace in fase di spinta e dalla sinistra è riuscito a spedire, al 12’, in area ospite un bel pallone per la testa di Sanchez il quale mancava di poco il bersaglio.
Ancora Biraghi protagonista al 16’ con un calcio di punizione che obbligava Consigli ad alzare oltre la palla la sbarra.
Inter in attacco, ma senza concretizzare granché ad eccezione di un missile di Moses murato da Rogerio al 32’. Ad avvicinare il goal è stato il Sassuolo 1’ più tardi con il solito Berardi, autentica spina nel fianco sinistro interista, che si è fatto beffe di Bastoni e ha fiorato il palo lontano con un bel diagonale.
Quando pareva inevitabile andare alla pausa con i nerazzurri sotto nel punteggio Boga, in ripiegamento, ha fallito l’anticipo e ha scalciato in area neroverde Škriniar finito a terra: rigore che Lukaku ha trasformato spiazzando Consigli. Il Signor Massa ha concesso 2’ di recupero e al fotofinish Biraghi ha prima vinto un rimpallo in area avversaria, poi ha triangolato con Sanchez e ha fulminato Consigli con una bomba all’incrocio.
Inter bruttina, ma inaspettatamente in vantaggio all’intervallo.
Dopo la pausa Inter sul rettangolo verde con gli stessi uomini nonostante i balbettii del primo tempo. Buona partenza nerazzurra con Consigli a opporsi alle conclusioni di Biraghi e Gagliardini, poi, il Sassuolo ha preso in mano le redini del centrocampo. La mediana interista, sovrastata nella corsa dagli opposti avversari, è stata costretta a ripiegare con Borja e Gagliardini schiacciati al limite della propria area di rigore. Intanto Conte ha tolto Ranocchia per De Vrij. Neroverdi in pressione e Inter che si affidava alle ripartenze confidando in Lautaro entrato (al 62’ insieme ad Agoumé che ha rilevato Eriksen) al posto di Sanchez.
Al 63’ “Il Toro” si è involato sulla sinistra e ha servito Lukaku la cui bordata di sinistro è stata respinta in tuffo da Consigli proprio sui piedi di Gagliardini che, a un metro dalla porta sguarnita, è riuscito nell’impresa di centrare la traversa divorandosi un goal già fatto.
Imperdonabile!
Campanello d’allarme per i nerazzurri al 72’ con Agoumé che non chiudeva su Müldür
il quale, di destro, sfiorava il palo lontano.
Mano ai cambi per Conte che buttava nella mischia i titolari delle fasce rilevando Biraghi e Moses. Impatto devastante sul match di Young che bloccava col braccio, nella propria area, un pallone innocuo venendo graziato da Massa e dal silent check. Non soddisfatto rifilava, ancora in area nerazzurra, un calcione allo stinco di Müldür provocando, stavolta, la concessione del penalty per gli ospiti. Berardi ha calciato centralmente, ma Handanovič. goffo nella circostanza, non è riuscito a intervenire. Parità e tutto da rifare per l’Inter che è andata in goal con “Big Rom”, ma la rete è stata annullata per l’offside del belga.
A 4’ dal novantesimo Young ne ha fatta una giusta e si è preso una punizione in prossimità dell’area ospite. La sfera calciata da Candreva ha sorvolato l’ammucchiata per finire sul destro di Borja Valero, sfuggito a Defrel, che l’ha depositato in porta da un passo. Fatta? Nemmeno per sogno. Break nerazzurro condotto da “Big Rom” all’87’ che ha messo Candreva in condizioni di battere a rete davanti a Consigli che ribatteva tenendo aperta la sfida. Subito dopo salvataggio in corner di Handanovič su botta di Defrel e sugli sviluppi dell’angolo Haraslin è sfuggito a Lautaro, ha crossato rasoterra con la difesa nerazzurra immobile trovando il facile appoggio in rete del solitario Giangiacomo Magnani (entrato al 79’ per Chiricheș) ignorato da Agoumè. Finita? La corsa scudetto interista probabilmente sì, ma non il valzer degli orrori nerazzurri perché nel recupero Škriniar ha trovato il modo di farsi espellere per un fallo di frustrazione condito da insulti al direttore di gara. imperdonabile! Gli costerà tre giornate di squalifica più una multa.
Conclusioni
Il turn over eccessivo attuato dal mister è stato un boomerang. D’accordo che si sta giocando un mini Campionato in piena estate al ritmo di un match ogni 3 giorni, ma siamo appena alla terza gara e sarebbe stato più opportuno partire con lo stesso undici che aveva iniziato la sfida con la Samp. Inserire il lento Borja, encomiabile per impegno e applicazione, ignorando per tutta la gara Barella è stato un errore reso ancora più eclatante dall’innesto di Ranocchia alle spalle dello spagnolo. Strano anche che in una partita in cui andava gestito il vantaggio con la squadra in sofferenza non abbia trovato spazio l’affidabile D’Ambrosio e ancora più strano, in un match fattosi delicato, vedere calcare il prato il giovanissimo e inesperto Agoumé autore di un paio di leggerezze in fase difensiva, la seconda delle quali fatale. Inoltre, perché in attacco non partire con Lautaro che era in fiducia dopo la bella prova con i blucerchiati? Nonostante la formazione sgangherata messa sul terreno di gioco la vittoria sarebbe stata portata a casa se Gagliardini non avesse fallito il goal più facile del mondo. Meno eclatante, ma grave anche l’errore di Candreva che ha sprecato l’occasione per segnare la rete del 4 a 2. La regola del “goal sbagliato, goal preso” è sempre in auge e col Sassuolo l’Inter ne ha preso atto per due volte. La partita interista è stata un autentico festival di errori e orrori individuali e di reparto. Perché giocare con 3 centrali difensivi di cui 2 molto larghi e sbilanciati in avanti? In Italia si vincono Scudetti e Coppe con la difesa solida non con attacchi che segnano goal a grappoli. Una grande squadra, come una casa, si costruisce dalle fondamenta. L’Inter ha subito 5 gol in 3 partite in questa ripresa del calcio italiano, la Juve zero reti al passivo con lo stesso numero di gare giocate. Sarebbe opportuno avere un “Piano B” alternativo al 3-5-2. Provare il 4-3-1-2 o il 4-2-3-1 non sarebbe commettere sacrilegio considerato che i centrali dell’Inter sono portati a giocare con efficacia in una linea a 4 e non schierata a 3.
Ora, bisogna riprendersi dalla delusione patita con la bestia nera Sassuolo (il club emiliano e la Juve sono le sole squadre che possono vantare di essere avanti nelle vittorie con l’Inter in Campionato) e battere il Parma aggrappandosi alle poche certezze. Lukaku (il migliore con il Sassuolo) sicuramente è una certezza. Conte e la squadra devono aggrapparsi a lui e alla sua determinazione. Il mister è parso scorato nel post Sassuolo in cui ha rimarcato i cronici difetti dei suoi senza nominarne il principale per pudore: la scarsa fame di vittorie. Tocca a lui e al club far sì che ai ragazzi in maglia nerazzurra venga appetito. Cedere all’anoressia da successi sarebbe imperdonabile. L’Atalanta ha ribaltato la Lazio (da 0-2 a 3-2) e dista solo 4 punti: rassegnarsi al solito crollo che colpisce la “Beneamata” nei finali di Campionato da 8 stagioni in qua per chiudere in affanno ancora al quarto posto sarebbe, ancor più, davvero imperdonabile.
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