Come dice mister Mancini il Campionato è ancora lungo. Lo sappiamo. E sappiamo anche, come ci ha gentilmente ricordato l’allenatore del Milan (dopo avere perso il derby) che: “i cavalli vincenti si vedono all’arrivo”. È vero, però, intanto, in cima alla classifica a punteggio pieno, come neanche il Barcellona Campione di tutto, ci siamo noi. Reduci da annate sofferte e costretti a guardare le Coppe europee in televisione, ma forse proprio per questo più “affamati” di quella gloria ormai troppo lontana per una società storica e blasonata il cui nome è scritto a caratteri cubitali nella storia del Calcio.
Ci accusano di giocare male, di essere fortunati, di ottenere sempre il massimo risultato col minimo sforzo, di avere avuto un calendario favorevole. È “il rumore dei nemici”, come lo definì argutamente Josè Mourinho (uno che di vittorie se ne intende) qualche anno fa, ma alle orecchie del popolo nerazzurro (in questo momento) suona come una melodia celestiale. Significa che ci temono… e fanno bene!
Dopo tutto non ci risulta che la concorrenza abbia affrontato selezioni miste Bayern-Barcellona, Real Madrid-Manchester United o Paris Saint Germain-River Plate, anzi, i loro avversari sulla carta erano forse più arrendevoli dei nostri. Con una sostanziale differenza, però… noi, magari soffrendo, magari con un solo “gollettino” di scarto segnato in zona Cesarini, le nostre partite le abbiamo vinte. Tutte. Loro, al contrario, nonostante un gioco assai più scintillante (ma lo è davvero?) e i tanti “Top player”, come si usa dire adesso, in rosa (o forse no…), hanno lasciato per strada punti che per tutti erano già in cascina prima ancora di scendere in campo.
Intendiamoci: capiamo benissimo che cinque giornate sono troppo poche non solo per stappare, ma anche semplicemente per mettere in fresco lo spumante, tuttavia sono abbastanza per tracciare un primo bilancio di un torneo difficile da decifrare che però sta esprimendo valori ben precisi. Sicuramente diversi da quelli attesi alla vigilia, ma non per questo meno significativi. Un mese fa chi lo avrebbe detto che l’inizio dell’autunno avrebbe salutato un podio formato da Inter, Fiorentina e Sassuolo? Forse solo il nostro Direttore, noto in redazione per il suo inguaribile ottimismo e, specialmente,per il suo “Mancinismo”. E le altre? Le più accreditate pretendenti allo scudetto tricolore che fine hanno fatto? Scorrendo la classifica, rigorosamente verso il basso, ci accorgiamo che ci sono anche loro, sebbene per trovarle dobbiamo scendere sotto Torino, Chievo e Sampdoria. I Campioni d’Italia uscenti (oggi più che mai questo aggettivo ci sembra azzeccato) annaspano addirittura nei bassifondi della graduatoria con un distacco già in doppia cifra, senza essere ancora riusciti a “espugnare” il loro stadio di proprietà, che da vanto si è rapidamente trasformato in terra di conquista per chiunque voglia concedersi una passeggiata di salute da quelle parti.
Vista come si è messa la situazione, pur restando con i piedi per terra (anche se la tentazione di seguire l’esempio della capolista e volare via è fortissima) nella nostra testa comincia a farsi strada una domandina impertinente, così, giusto per tenere fede al nostro soprannome di “Bauscia”: “E se fosse l’anno buono?” È vero che gli scontri diretti devono praticamente ancora iniziare, ma non si è sempre detto che la differenza la fanno le partite contro le squadre minori? Bene, l’Inter finora non ha sbagliato un colpo e domenica è attesa dalla prima e vera sfida al vertice. Al “Meazza” arriva la Fiorentina. Per noi sarà un banco di prova impegnativo e soprattutto l’occasione di lanciare la “fuga” (ho messo le virgolette, sia ben chiaro…). Ma se dovesse andarci male saremo comunque primi a pari merito. Cosa darebbero Milan, Roma, Napoli e Juventus (in stretto ordine di classifica) per poter dire lo stesso oggi?