Era nell’aria e si è presentata puntuale, al primo squillo del Campionato.
Aspettavamo in un San Siro pressoché deserto lo sbarco di una squadra solida, schiacciasassi, regolare. Invece, è arrivata lei. Bella e non impossibile, leggera e frizzantina, in grado di far disperare e, poi, far battere forte il cuore come la sera di una prima uscita con una ragazza. La Pazza Inter è tornata e stavolta portando in dono una grande gioia.
Già, perché l’Inter ha vinto e questo al di là di una critica televisiva da “prostituzione intellettuale” (cit. Josè Mourinho) che ha saputo creare ad arte una polemica sulle regola delle cinque sostituzioni che avrebbe favorito i nerazzurri. Pare incredibile anche leggendo i commenti negativi di molti tifosi insoddisfatti e pessimisti: è sempre così in casa interista.
Vincere così, all’ultimo minuto e dopo un’incredibile ed emozionante rimonta, lascia (e dovrebbe lasciare a tutti) una sensazione positiva. Arrivano tre punti, di ottimo auspicio per l’inizio del Campionato, considerando anche il mezzo passo falso della Juventus a Roma.
Un grazie a Danilo D’Ambrosio, ormai specialista degli ultimi minuti di gioco e dei goal decisivi, eroe perennemente inatteso, sembra una contraddizione ma possiamo ormai definirlo così.
L’analisi della partita non può prescindere quindi dal finale, che è parte (e decisiva) della gara e del suo esito. Antonio Conte con i cambi giusti e osando molto ha ottenuto la vittoria. Naturalmente non si può nemmeno far finta di non notare quanto successo prima, e i brividi di terrore che il fantasma di Ribery ha provocato agli interisti imperversando con le sue scorribande per quasi tutta la partita nel castello semi-deserto della difesa neroazzurra.
La formazione iniziale, in effetti, non lasciava presagire il meglio. Young preferito al grande acquisto del mercato estivo, Hakimi, come esterno destro, e poi soprattutto l’inedita “Difesa a 1”…
Segnaliamo un aspetto, secondo noi, preoccupante: com’è possibile rinunciare a un Campione come Godín in nome di autofinanziamento e risparmi sul monte ingaggi (temi tanto cari alla proprietà che li ripete come un Mantra)? Proprio l’uomo che col suo ingresso in pianta stabile post “Chiusura virus” ha sistemato la retroguardia interista). Come lo è, prossimamente, rinunciare a un giocatore del livello di Škriniar (e a una onorevole riserva che è stata in questi anni Ranocchia)? Perché smantellare così la migliore difesa della passata stagione? Perché adattare due terzini a centrali su tre posti disponibili?
Vedremo cosa dirà il mercato negli ultimi giorni, ma, in particolare, la prestazione di Kolarov in quel ruolo è stata “inquietante” e la scelta in sé di “tagliare” sui centrali marcatori di ruolo per avere giocatori più forti in impostazione nella difesa a 3 si può condividere contro le squadre minori, ma non contro quelle di livello medio alto, specialmente se ci sono assenze nel reparto: un solo sostituto di Škriniar (speriamo un nome top nel caso), non basterebbe. Ok il sogno Kanté, ma a che prezzo e con che strategia?
(La foto in apertura di servizio è di #MattiaOzbot)
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