Pigi con la prima Coppa dei Campioni vinta dall’Inter nel 1964. Lui aveva solo tre anni, ma non sa nemmeno lui spiegarsi come, la sente come se avesse assistito a tutte le partite. Forse il forte legame con il suo papà…
In merito, leggiamo sempre da “Vade retro Satana – Storie di una vita neroazzurra”:
Una sciarpa per papà – Giugno 1989
“Quando si vince lo scudetto, nelle settimane successive, in giro per la città, si trovano sempre delle bancarelle che vendono le bandiere e le sciarpe proprio come nei giorni delle partite attorno allo stadio.
Ho lasciato passare qualche giorno. Giusto il tempo di attenuare l’ubriacatura della vittoria. Vittoria da Inter, ineguagliabile: inizia il Campionato, pronti via e chi si è visto s’è visto. In testa dall’inizio alla fine. Solo il grande Napoli a impensierirci. Eccolo a Milano. Uno a uno sino all’83°, poi ci pensa Matthaus ed è scudetto. Il capocannoniere Aldo Serena ha detto che in quei minuti si sentiva l’aiuto di tutto lo stadio: ottantamila persone che spingevano il pallone dentro alla porta.
Passo in mezzo agli alberi, guardando quei volti che nell’ultimo anno ho visto decine e decine di volte. Sono sicuro che papà mi sta aspettando. Arrivo al piccolo viale – ci vediamo sempre lì, ultimamente. In fondo è un po’ come a San Siro, solo che qui il posto lo chiamano “giardino”: Campo 42, Giardino 655. Se qualcuno mi vede penserà che sono un pirla. Beh, sarò un pirla, ma so che a mio padre questo gesto farà piacere. Tiro fuori la sciarpa neroazzurra e mi avvicino alla tomba. Mi fermo solo un attimo. Non è indecisione per il gesto ma un momento di serenità per ciò che vedo: attorno alla piccola croce c’è già una sciarpa con gli stessi colori. Sorrido. Mio padre, dopo aver camminato per un po’ con il bastone, ha mollato il 2 marzo 1988. Riccardo era nato da poco. Negli ultimi tempi, in ospedale, aveva chiesto di appendere al muro due cose: un crocifisso e un piccolo gagliardetto dell’Inter.”