Il cuore dolce del Giaguaro

Fuori Campo

Le telecamere e alcuni fotografi hanno colto lo sguardo di Fredy Guarin mentre usciva dal campo di San Siro dopo il derby vinto dall’Inter: 1 a 0, grazie al suo splendido goal. Crediamo che molti genitori, nell’osservarlo bene, si siano commossi, come è accaduto a noi.

Quello sguardo, quegli occhi, li abbiamo visti molte volte sui visi di tanti giovani. Ci è capitato di vederli quando un ragazzo è gioioso, orgoglioso di avere reso felici i propri genitori. Il volto si illumina, gli occhi sono commossi, ma non piangono. Il cuore non si può vedere, ma si intuisce che brilla di gioia anche lui. Certo, le situazioni degli altri giovani più o meno dell’età di Fredy sono altre, forse più importanti di avere condotto alla vittoria la propria squadra in una partita di Calcio. Quel volto lo abbiamo visto (ad esempio) nel giorno della discussione della Tesi di Laurea, quando i figli ripagano i genitori degli sforzi fatti per farli studiare: dopo aver stretto la mano ai Professori escono dall’aula e hanno quell’espressione.

Guarin_Eroe_del_Derby

Ecco, Guarin esce dal campo. La Curva Nord è ancora piena. Il “Meazza” ancora rumoreggia felice. Gli obiettivi dei fotografi sono puntati su di lui. Fredy ha visto i suoi compagni gioire, il suo allenatore guardarlo con riconoscenza, tutti, dirigenti e tecnici esultare. Sì, lui è “Il Giaguaro”: robusto, muscoloso, il corpo compatto, il passo lento… Quante volte lo hanno fischiato (i suoi tifosi) per quel passo lento… ma lui è così, ha studiato la sua preda con attenzione, ha atteso il momento opportuno, è stato fulmino nello scatto e ha colpito.

Poi Guarin è uscito dal campo e il suo sguardo era quella di un giovane come tanti altri: il suo cuore era come quello dei bambini che vincono una partita all’oratorio e festeggiano con la gazzosa. Perché in fondo molti di questi ricchi personaggi del mondo del Calcio sono (anche loro) dei ragazzi: soffrono, pensano come gli altri loro coetanei. Non sono freddamente distaccati dal mondo che li circonda. Non sono sempre distratti e cullati dai loro milioni di euro. Ogni tanto bisognerebbe pensarci.

Guarin_gioia_alla_fine_del_derby

 

Pierluigi Arcidiacono
Pierluigi Arcidiacono
Il nostro Direttore, Pierluigi Arcidiacono, un giorno chiese al suo papà di portarlo ad assistere a Inter-Sampdoria, nel 1971, quando non aveva ancora dieci anni. Aveva saputo che Suarez non giocava più con la maglia nerazzurra, ma con quella blucerchiata. Questo, nella logica di un bambino, gli appariva come una cosa molto strana, quindi, desiderava vederlo in campo. Quel giorno giocavano gli uomini che avrebbero vinto l’11° scudetto della storia dell’Inter e quella squadra rimarrà sempre nel cuore del nostro Direttore. La partita finì 3 a 1 per i nerazzurri. Segnò prima Mazzola al 46°, poi, Boninsegna su rigore al 65°, ancora Boninsegna all’80° e, infine, proprio davanti agli occhi del nostro Pigi Arcidiacono, Suarez segno il goal della bandiera su rigore. Passarono un po’ di anni. Pigi scrisse molto (poesie, articoli, libri e testi teatrali) e tra i suoi scritti si trovano anche diversi testi sull’Inter. Si ricordano soprattutto: “Vade retro Satana - Storie di una vita neroazzurra” (Librificio-Proedi - 2004), “Marco Materazzi - Degno della maglia” (Il Flabello - 2006), la monografia “La Grande Inter Anni ’60” (Cigra 2003 - 2007) e “Armando Picchi - Un nome già scritto Lassù” (Il Melograno - 2011). Da non dimenticare anche: “Massimo Moratti - Mai visto un cuore così grande” (Il Flabello - 2006) e il primo libro pubblicato in Italia su Javier Zanetti, “Milano siamo noi - Il cuore del Capitano” (Il Flabello - 2009) . Nel 2013, Arcidiacono, inizia a pensare al sito #INTER (Hashtag Inter) dove si tenterà di parlare di Calcio e dell’Inter diversamente, ma sempre con cuore.
http://www.hashtaginter.it