Il bacio – Di Carlo Codazzi

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Il bacio di #AntonioConte ad Hakimi, dopo il goal vittoria di Darmian al Cagliari, resterà a lungo un’immagine iconica per i tifosi interisti.

L’Inter ha fatto 11 (tante sono le sue vittore consecutive nel Girone di ritorno), un numero che qualche era calcistica addietro faceva imprecare gli appassionati del Totocalcio che, ricorderete, premiava solo chi azzeccava il 13 e il 12, ma che per Conte e i suoi ragazzi ha il profumo inebriante del traguardo tricolore.

Nell’arco di una competizione lunga come lo è un Campionato nazionale ci sono dei momenti chiave, delle sliding doors che possono aprire le porte del Paradiso della vittoria finale o spalancare quelle dell’Inferno del fallimento. L’attimo in cui Darmian finalizza l’assist di Achraf Hakimi scaraventando la palla nella porta del Cagliari è un magic moment, un momento che ha impresso una svolta decisiva al Campionato e alla stagione dell’Inter. Se non è una sentenza definitiva è soltanto per colpa della matematica, scienza che non concede sconti né appelli.

Conte, che ha dentro di sé il fuoco che arde in tutti coloro che posseggono un’anima vincente, ha subito intuito l’importanza capitale di quell’attimo fuggente ed è corso a tuffarsi gioioso sull’ammucchiata dei suoi giocatori che stavano festeggiando Matteo Darmian. Immediatamente dopo si è coccolato Hakimi, l’autore dell’assist decisivo, baciandolo sulla fronte.

Un bacio che contiene in sé tanti significati. In amore si dice che un bacio appassionato sia tutto, che sia anche più importante dell’atto amoroso completo. Il bacio del mister ad Achraf, che ha fatto seguito all’abbraccio alla squadra festante, mostra tutto l’affetto che il tecnico nutre verso i ragazzi che lavorano duramente ogni giorno con lui per conquistare un sogno proibito da regalarsi e da regalare a milioni di tifosi nerazzurri mortificati da tante stagioni deludenti della propria formazione. Non solo, mostra la passione con cui ha vissuto e vive la sua avventura nell’Inter dei cui colori si è marchiato una parte del cuore che palpiterà negli anni a venire ogni volta che vedrà il nero e l’azzurro sulle maglie di quel club che ha servito con tanta professionalità e devozione.

Antonio Conte non fu accolto con squilli di trombe, mazzi di fiori e fanfare da quella parte dei supporters della “Beneamata” che non digerivano i suoi trascorsi, ricchi di successi juventini. Il fucile di questi pseudo tifosi è stato sempre col mirino puntato sul tecnico leccese pronti a sparare a volontà aspre critiche a ogni passo falso dell’Inter. Lo scetticismo, sugli obiettivi di mercato da Conte indicati, da parte di Dirigenza e Proprietà ha contribuito a rendere il “fuoco amico” l’ostacolo più alto da superare per il tecnico pugliese nel suo percorso in nerazzurro disturbato, inoltre, anche dalle bordate di giornalisti e opinionisti che non gli hanno mai perdonato di aver lasciato burrascosamente la panchina della Juve per poi, qualche anno dopo, sedersi su quella interista.

Abbiamo accennato a “fuoco e bordate”, ma i bossoli ricevuti da Antonio Conte in una busta a lui indirizzata non erano una similitudine, erano veri. Di motivi di rivincita, dunque, l’attuale allenatore interista ne ha a volontà, così come le sue scarpe sono zeppe di sassolini da togliere.

La negatività che lo circondava ha indotto Conte a trasformarla in energia positiva e a rimboccarsi le maniche per mettere ancora più passione nel suo lavoro. Si è calato nei panni dei veri tifosi dell’Inter fino a vivere quest’ultima e “sentirla dentro” come il bacio ad Hakimi e l’abbraccio alla squadra dimostrano. Vincere all’ombra della “Biscione”, in tempi di magra di bilancio e di dubbi societari, è impresa improba, ma Conte da vincente quale è, ama mettersi in gioco e adora le sfide. Come ha pubblicamente dichiarato, l’Inter ha rappresentato la sua sfida professionale più difficile, una sfida da vincere contro tutto e tutti aggiungiamo noi. Non è ancora tempo di festeggiare, ma qualche sassolino dalle scarpe del mister è schizzato via nel post match col Cagliari.

Conte e l’Inter, una storia di passione intensa, talvolta burrascosa che attende di essere suggellata da una conquista, da un lieto fine. I baci sono il simbolo della passione per eccellenza e questo, sin qua, straordinario Campionato dell’Inter lo si può definire “al bacio”. Ricordate quello inviato via etere da Škriniar dopo il goal da lui segnato all’Atalanta? È l’altro magic moment della stagione interista, un’altra sliding door che ha aperto spiragli di Paradiso. Un magic moment vissuto in concomitanza col 113° anniversario dell’Inter. Lo definimmo “Un bacio alla storia” del F.C. Internazionale.

Spiragli di Paradiso intravisti dopo i baci di Škriniar e di Conte ma ai “Bauscia”, per essere abbagliati dalla luce celestiale, manca ancora l’ultimo bacio: quello del mister al trofeo che spetta ai Campioni d’Italia. Un ultimo, appassionato bacio e, qualunque cosa accadrà in futuro, sarà amore eterno tra l’Inter e Conte.

(La foto in apertura di servizio di Antonio Conte è di ©Mattia Ozbot)

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