Fulvio Floridia, l’interista brasiliano…

Nerazzurri

Fulvio Floridia è un esperto di Comunicazione e un “Artista digitale”, è Autore e conduttore, insieme a Gabriele Borzillo, della trasmissione “Che Calcio che fa” in onda ogni mercoledì dalle 19 alle 20.30 su “Radio Milan Inter”. Nato in Brasile, è da sempre un grande appassionato di Musica e di Calcio oltre che gran tifoso dell’Inter. Collabora anche con Sportitalia e con Lombardia Tv nella trasmissione “Dentro il Calcio” condotta ogni venerdì sera da Valentina Battistini.

Serenella Calderara (#INTER): Per tutti i tifosi che possono avere “respirato” le glorie della “Grande Inter” e, poi, vissuto gioie e dolori dal Presidente Fraizzoli al Presidente Thohir, qual è l’Inter che l’ha appassionata di più in questi ultimi quarant’anni circa (questo al di là delle vittorie…)?

Premesso che il Calcio non deve essere considerato mai un dolore anche quando si perde (cosa che recentemente ci capita spesso…), la squadra che ho amato di più è stata l’Inter 1988/1989, quella del grande Trap. Questa scelta non è legata assolutamente alla ridondanza dei tanti record conseguiti, ma alla sensazione di forza e consapevolezza che quella squadra fu capace di regalare in quel fantastico Campionato, specie nel girone di ritorno. Non ho mai più riscontrato, non solo nelle varie Inter, ma anche in tante altre squadre famose che hanno dominato successivamente il Calcio mondiale, quella spudorata certezza “dell’andiamo a segnare” che si percepiva quando la palla veniva recuperata dalla difesa, data a Matteoli e da lì in tre tocchi si trasformava in uno splendido goal con le accelerazioni di Matthäus e di Berti, le incursioni calibrate sulle fasce di Brehme e Alessandro Bianchi, la varietà realizzativa di Serena e Diaz. Era il fantastico gioco del contropiede, il “sale del Calcio”… che ebbe nel Trap il più grande fautore, in grado di vincere contro il dirimpettaio Arrigo Sacchi, la guerra ideologica del Calcio di quegli anni. Essere a San Siro nel derby di andata di quella stagione e vedere la “ripartenza” (ora si chiama così, no?) di Bergomi sulla fascia, con cross a rientrare e inzuccata di Serena in tuffo fu una emozione unica. Fu una vittoria nella vittoria! La “Nouvelle Vague del nuovo gioco del futuro (!)” dei grandi allenatori sacchiani (Galeone, Maifredi, Maturana…) fu spazzata via dall’uomo del Calcio Vintage…, il Giuanin da Cusano Milanino.

Lothar_Matthäus

Serenella Calderara (#INTER): Il suo giocatore nerazzurro preferito in assoluto (di tutti i tempi)?

Rispondo senza indugio Boninsegna, anche se il Ronaldo ammirato nel primo anno di Inter (1997/1998) è stato in assoluto il più forte giocatore che io abbia mai visto calcare la scena di San Siro. Bonimba è stato per me l’essenza del Calcio, intesa come fatica e lotta personale contro il destino. Per lui ogni gara era una sfida, una battaglia e lo si vedeva quando lottava con caparbietà e con tutte le sue forze per sbloccare il risultato. Nella memoria rimangono impresse le sue acrobazie, le sue famose rovesciate, i tacchetti del napoletano Panzanato sul suo volto mentre colpisce di testa, il suo sinistro letale, le incornate acrobatiche, il suo buon movimento e fraseggio con i compagni, la sana cattiveria del Centravanti…

Serenella Calderara (#INTER): Ha nel cuore (o in simpatia) qualche altra squadra oltre all’Inter e perché?

Mi è sempre piaciuto il Bayern, perché mi rimanda alla fantastica Germania Anni ‘70 dei vari Beckenbauer, Maier, Mueller, Breitner, Overath… e a Monaco stessa, una città che mi piace tantissimo. E poi ripenso a un Bayern – Borussia Mönchengladbach del 1983 visto all’Olympiastadion di Monaco, dove da un parte c’era l’idolo di casa, Kalle Rumenigge e dall’altra un ventiduenne Lothar Matthäus. Pensai: “Tanto questi all’Inter non verranno mai!”. E invece…

Serenella Calderara (#INTER): Escludendo Roberto Mancini e José Mourinho, scelga un allenatore per l’Inter di Thohir tra quelli che hanno preceduto questi due mister vincenti.

La risposta è già stata data prima con la scelta dell’Inter di Trapattoni. Per me Trapattoni è l’Allenatore con la “A” maiuscola. Un ”ragazzo settantenne” che si allena con i propri giocatori, che ama il lavoro sul campo, che studia l’evoluzione del Calcio come materia in divenire. I suoi detrattori lo hanno sempre considerato superato e “catenacciaro” e allora che vadano a vedere con quanti uomini d’attacco giocava, quante società prestigiose ha guidato, il numero dei trofei vinti in carriera e poi ne riparliamo. Ha sempre allestito squadre equilibrate e se poi ha giocato all’italiana allora “Viva il Gioco all’Italiana!” e il Contropiede…

Serenella Calderara (#INTER): Sappiamo che lei si dedica all’arte digitale, non ha mai pensato di proporre alcune opere di immagini di calciatori (o tifosi) magari partendo da fotografie e artisticamente elaborate da lei?

Potrebbe essere un’idea, anche se nella memoria di tutti esiste una notevole saturazione di immagini già col Calcio in televisione e la promozione dei prodotti a esso legati. Sarebbe però interessante dedicare una linea in omaggio ai più grandi del passato, collegate ai loro incredibili gesti tecnici, alle loro vittorie epiche o a episodi significativi della loro carriera. Ci penso!

Serenella Calderara (#INTER): Lei è nato a Rio de Janeiro… in Brasile migliaia di bambini e ragazzi giocano sulla “rena” a piedi nudi. È questo il segreto dei piedi raffinati dei giocatori verdeoro?

Bisogna in realtà rifarsi alla filosofia del popolo brasiliano, che non pensa troppo al futuro dalle poche prospettive, ma cerca di rifarsi socialmente vivendo il semplice quotidiano nel migliore dei modi, godendo delle bellezze che la vita comunque regala. E da qui il Divertimento, l’Amore, il Samba, la Bossa Nova, il Carnevale e… il Calcio. Credo che il segreto stia nel fatto che fin da piccoli giocano a piedi nudi ore su ore  e su tutte le superfici più inaccessibili, campi sconnessi, in discesa, di terra battuta, di porfido e anche sulla sabbia: insomma un’ottima palestra perpetrata nei decenni che affina sempre più il pregevole tocco brasileiro, da tutti universalmente riconosciuto.

Tifosi_Carioca_della_Fluminense

Serenella Calderara (#INTER): “Enciclopedia AntiBBilan” il Manuale Antimilanista… Ci illustri questa idea, il lavoro che ha svolto per questo libro e il senso di questa scelta.

L’Inter non è per nulla supportata a livello mediatico. Basta pensare che anche la più piccola squadra italiana di promozione è magari sostenuta da una tv privata, una radio sportiva o da un quotidiano provinciale. L’Inter no! Niente tv e giornali a favore. Per un interista questo è un nervo scoperto che specie a Milano duole ancora di più, guardando alla sponda rossonera del Naviglio dove l’imponente apparato mediatico di casa è chirurgico nel celebrare oltremisura i fasti, ovattandone al contrario gli insuccessi e le polemiche interne. Il fine di questo manuale antiBBilan, che io stesso definisco presuntuoso, è quella di infastidire un pochino gli amici milanisti, colpendoli nei lati deboli, che sono ovviamente passati sotto traccia, se non censurati. Il tutto però riportato con un atteggiamento goliardico e ironico.

Al di là del progetto grafico del libro che mi ha impegnato non poco, ho contribuito alla stesura di tutti i profili dei giocatori rossoneri presenti, ovviamente “ciofeche inguardabili” perse nel tempo, recuperandone storie e aneddoti.

Serenella Calderara (#INTER): Quali sono la cosa più cattiva che si trova in questo manuale e quella meno da tifoso?

Anche se negativa per un milanista, trovo fantastica la sezione finale che riporta tutte le sconfitte del Milan dal 1898 fino ai giorni d’oggi. Una ricerca certosina che fa da contraltare ai loro successi internazionali (Mitropa Cup compresa…). Per la parte meno da tifoso, mi piace affermare che il libro ha un taglio veramente goliardico, che riflette in fin dei conti il sano atteggiamento di reciproco sfottò esistente tra le due tifoserie di Milano. Mi piacerebbe vedere infatti un prodotto simile redatto da milanisti contro l’Inter! Mi farebbe sorridere di sicuro, anche se non raggiungerebbe l’ilarità massima presente nell’Enciclopedia AntiBBilan…

Serenella Calderara (#INTER): Sempre facendo riferimento alla sua nascita in Brasile, qual è l’amore più forte: la Musica o il Calcio?

Sono grandissime passioni che si possono coltivare tutta la vita, da praticanti diretti e/o da spettatori passivi. Sia la Musica sia il Calcio producono “spettacolo”, “mode”, “tendenze” e grandi “Campioni”… È veramente difficile scegliere in quanto hanno appunto logiche simili. Personalmente da praticante l’unica differenza la fa un legamento crociato che non mi permette più di correre dietro a un pallone e, così, divertendomi ugualmente mi dedico con la chitarra a Swing, Bossa Nova e “Cantautorato”.

Serenella Calderara (#INTER): Cosa pensa degli allenamenti con la musica di sottofondo?

Il Calcio è anche musica, ma in questo caso non ne ha bisogno. Sarebbe divertente, anche se in allenamento quando ti produci magari nelle ripetute non pensi altro che a far rientrare il tuo cuore nei parametri normali. Ascolti solo i suoi battiti e nient’altro…

Serenella Calderara (#INTER): “Che Calcio che fa” su “Radio Milan Inter”. Ci parli di questa trasmissione.

“Che Calcio che fa” è una trasmissione condotta a due voci assieme al mio sodale Gabriele Borzillo su “Radio Milan Inter”. È una trasmissione libera e creativa, che tendenzialmente ci consente di legare la quotidianità del Calcio con quella dei temi di sempre legati alla bellezza di questo sport, alla tattica, alla sua storia, ai suoi Campioni e a tutti quei profili professionali che ruotano attorno a questo affascinante mondo. Una parte molto interessante è quella dedicata alle interviste a personaggi che non devono essere per forza provenienti dal mondo del pallone. Il Calcio in questo caso è solo uno punto di partenza per poter raccontare storie belle e interessanti. Nella passata stagione abbiamo incrociato un’ottantina di personaggi che in trasmissione si è detta divertita e trovata a proprio agio. Il miglior complimento per il lavoro svolto!

Pierluigi Arcidiacono
Pierluigi Arcidiacono
Il nostro Direttore, Pierluigi Arcidiacono, un giorno chiese al suo papà di portarlo ad assistere a Inter-Sampdoria, nel 1971, quando non aveva ancora dieci anni. Aveva saputo che Suarez non giocava più con la maglia nerazzurra, ma con quella blucerchiata. Questo, nella logica di un bambino, gli appariva come una cosa molto strana, quindi, desiderava vederlo in campo. Quel giorno giocavano gli uomini che avrebbero vinto l’11° scudetto della storia dell’Inter e quella squadra rimarrà sempre nel cuore del nostro Direttore. La partita finì 3 a 1 per i nerazzurri. Segnò prima Mazzola al 46°, poi, Boninsegna su rigore al 65°, ancora Boninsegna all’80° e, infine, proprio davanti agli occhi del nostro Pigi Arcidiacono, Suarez segno il goal della bandiera su rigore. Passarono un po’ di anni. Pigi scrisse molto (poesie, articoli, libri e testi teatrali) e tra i suoi scritti si trovano anche diversi testi sull’Inter. Si ricordano soprattutto: “Vade retro Satana - Storie di una vita neroazzurra” (Librificio-Proedi - 2004), “Marco Materazzi - Degno della maglia” (Il Flabello - 2006), la monografia “La Grande Inter Anni ’60” (Cigra 2003 - 2007) e “Armando Picchi - Un nome già scritto Lassù” (Il Melograno - 2011). Da non dimenticare anche: “Massimo Moratti - Mai visto un cuore così grande” (Il Flabello - 2006) e il primo libro pubblicato in Italia su Javier Zanetti, “Milano siamo noi - Il cuore del Capitano” (Il Flabello - 2009) . Nel 2013, Arcidiacono, inizia a pensare al sito #INTER (Hashtag Inter) dove si tenterà di parlare di Calcio e dell’Inter diversamente, ma sempre con cuore.
http://www.hashtaginter.it