Franco Califano: per lui l’Inter era Sharon Stone – Di Maurizio Ceccarelli

In Primo Piano Nerazzurri

Poco più di sette anni fa ci lasciava #FrancoCalifano. Esattamente il 30 marzo del 2013 l’Italia perdeva uno dei suoi artisti più grandi, un maestro assoluto. Romano de Roma (anche se nato a Tripoli), ma non romanist… “Il Califfo” (così lo chiamavano) non ha mai nascosto la propria passione per l’Inter (d’altronde come molti altri suoi colleghi), così, come quella per il gentil sesso…

“Se l’Inter fosse una donna”, disse un giorno, “sarebbe una Sharon Stone; tutta nerazzurra e come ogni innamorato passerei le mie giornate ad ammirarla”.

Una fede nata grazie allo zio interista che lo portava a San Siro a vedere l’Inter quando era piccolo, cresciuta insieme a lui e cementatasi poi nei suoi anni milanesi.

Una squadra, quella nerazzurra, di talenti, di grandi artisti (come il pittore Giorgio Muggiani, uno dei fondatori che disegnò lo stemma che tutt’oggi è sulle maglie dell’Inter). Una squadra in grado di realizzare imprese storiche come il “Triplete” del 2010, ma capace anche di perdere in pochi giorni Scudetto e Coppa dei Campioni (Celtic e Mantova), come accadde nel 1967.

Franco Califano vedeva nell’Inter lo specchio della sua vita, anch’essa ricca di successi e momenti esaltanti, ma anche di cadute rovinose che sembravano decretarne la fine artistica, dalle quali, però, proprio come la “Beneamata”, si è sempre rialzato. Questo aspetto sicuramente lo ha sempre affascinato:

“C’è l’Inter…”, amava ripetere, “Tutto il resto è noia”.

Già. L’Inter. Un attaccamento viscerale tanto da fargli dire nel sonno, durante il reality “Music Farm”, la formazione: Toldo, Materazzi, Wome, Cordoba, Zanetti…

Niente e nessuno ha scalfito il suo grande amore per quei colori che non ha mai abbandonato, pur vivendo a Roma. Sarebbe stato più semplice – come sosteneva – fingere di essere romanista; essere un po’ “ruffiano”; ciò lo avrebbe portato sicuramente a diventare Re nella sua città. Roma, alla fine, lo ha accettato e apprezzato per quello che era: una persona generosa e sincera, anche nella propria fede calcistica.

In fondo, aveva ragione lui: c’è solo l’Inter e tutto il resto è noia!

Madrid 22 maggio 2010: finale di Champions League Bayern Monaco-Inter – nella foto: coreografia tifosi inter

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