Ai nostri occhi appassionati di Calcio spesso accade di rimanere folgorati dalla bellezza di alcuni goal, frutto di incredibili prodezze, rovesciate improvvise, inaspettati tiri al volo, dribbling ubriacanti, elevazioni spettacolari…
Ma si sa, tuttavia, che il più delle volte la vera logica che consente di siglare una rete è banalmente riconducibile all’errore difensivo della squadra che la subisce. Rocco diceva che le squadre si costruiscono prima dalla difesa (cioè non “prendere”…) e poi negli altri reparti. In parole povere, chi commette meno errori subisce meno goal e nella maggior parte dei casi vince la partita.
Questa “legge” legata a produrre minori inciampi e contrattempi deve essere allargata anche a tutti gli elementi fondanti una società di Calcio. Per esempio una squadra che vince lo scudetto di fila da quattro anni (è un esempio, tranquilli…), si struttura gradualmente in un certo lasso di tempo, magari non vincendo subito, ma facendo tesoro degli errori commessi.
Interpreta il momento storico, studia un progetto, sviluppa strategie adatte, compatta tutti gli elementi nella stessa direzione, esegue poi alla fine la partitura con estremo rigore evitando di commettere le solite sbavature e dissonanze. Se il risultato non arriva subito “si fa tesoro” degli errori commessi e soprattutto si comprendono le aree deficitarie su cui intervenire calibrando le risorse a disposizione. Sembra una banalità facile e scontata, ma non è proprio così. Basta riandare con la memoria al Triplete dell’Inter quando pensavamo tutti, all’epoca, di poterci assestare definitivamente tra le primissime posizioni del ranking europeo. Siamo stati invece un po’ “naif”! La Storia ha lasciato statisticamente ben altro ai posteri e la discesa è stata inesorabile, pesante e difficile da digerire, con errori su errori. Con l’avvento del Presidente Thohir siamo ripartiti col progetto di rifondazione, salvo invertire già la rotta con l’esonero di Mazzarri e l’avvento di Mancini. Forse un errore? Chissà?! Di sicuro il progetto iniziale ha subìto una fase di rallentamento. Rimane il fatto che dietro di noi negli ultimi quattro anni non è rimasta che una lunga scia di errori e rievocarli non serve a nulla se non ad autoflagellarci con modalità tafazziste.
Personalmente a livello calcistico – e credo di interpretare il pensiero di molti tifosi – non vedo l’ora di ammirare una squadra generosa che sappia andare autonomamente negli spazi e giocare in velocità ribaltando perentoriamente il fronte d’attacco, evitando così stucchevoli “giri palla” e altri “giramenti sferici” che consentono anche a una squadra di basso lignaggio di venire a San Siro a difendersi senza problemi, cogliendo persino punti e belle figure. È da quattro anni che regaliamo facilmente ai nostri avversari questa succulenta opzione!
Spero che l’errore diventi solo un incidente di percorso che può, per carità, capitare, ma non una fatale consuetudine a cui doversi tristemente rassegnare. L’intelligenza calcistica c’è, la Società gloriosa c’è ed è ben preparata, le risorse valide almeno per il mercato italiano pure! I Presidenti Moratti e Thohir, la proprietà tutta, lo staff dirigenziale, l’allenatore, i giocatori e anche i tifosi devono rappresentare, ognuno nel proprio specifico ruolo, la vera risorsa per il Progetto Inter. Meno sbagli e più valore aggiunto.
Non vorrei che il famoso motto “Errare è umano, perseverare è diabolico”, assumesse un nuovo significato, mutando la parola “diabolico” in “interista”…
Amiamola! Con gioia e rispetto.
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Fulvio Floridia