I primi a “esserci” – come ai tempi in cui si cantava: “Non mollare mai!” – sono stati i tifosi; presenti in 59.135. All’inizio e sino a un certi punto c’è stata anche l’Inter: un primo tempo a ritmo più che elevato: goal di Perisic al 7’ e di De Vrij al 32’. Per tutta la prima frazione di gioco sarà così: Torino che fa molta fatica, come ha detto Mazzarri più volte: bloccato dal “pressing feroce dell’Inter”.
Nel secondo tempo sembra che il gioco dipenda dalla metà del campo in cui si attacca (per chi siede in Tribuna: verso destra; verso la Curva Sud). Ora sono i Granata che tengono gli avversari (cioè l’Inter) davanti alla propria porta. Così, Belotti dimezza lo svantaggio a 56’ e Meïté pareggia i conti al 68’.
L’Inter ci riprova negli ultimi dieci minuti (più tre di recupero), ma non è sufficiente per vincere la partita.
Non vi è dubbio, come ha detto il mister che il primo goal subito abbia cambiato qualcosa (diremmo: “molto”) “a livello di testa”.
Spalletti, però, non si siede sul banco degli imputati e trova assurde le domande dei giornalisti che gli chiedono il perché di questa “falsa partenza” (al suo secondo anno in nerazzurro), rispetto a quella dell’anno scorso, in cui era appena arrivato.
La partita c’è stata, chi lo nega non l’ha vista e bada solo al risultato.
Il Torino l’aveva preparato quel tipo di gioco e desiderava metterlo in campo sino dal primo minuto, lo afferma Mazzarri: “Noi, anche nel primo tempo dovevamo fare quello che si è fatto nel secondo…”.
Oggi annullato il turno di riposo per i giocatori nerazzurri: bisogna capire il perché di questo blocco mentale per trenta minuti.
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