Tre giorni alla fine delle Olimpiadi a Rio de Janeiro. Nello istesso fine settimana inizierà il Campionato Italiano di Calcio. L’Inter di Giovanni Trapattoni è passata alla storia come “L’Inter dei Record”. “La Gazzetta dello Sport” la definì “Inter regina”. Era l’Inter del Presidente Ernesto Pellegrini, quella del 13° scudetto, fatta di goal di Aldo Serena, della grinta di Nicola Berti, della solidità di Matthaus e Brehme, del contributo di Diaz, Zenga, Bergomi, Mandorlini, Bianchi, Ferri… Eppure, quella squadra che apparve “senza difetti” era nata quasi per caso. Quello fu davvero uno scudetto che nessuno si aspettava: erano passati cinque anni dal cambio di presidenza Fraizzoli-Pellegrini e tre dall’arrivo di Trapattoni, a Milano i tifosi sono esigenti e avevano dimenticato che anche Herrera negli Anni Sessanta e, poi, Eugenio Bersellini negli Ottanta, ebbero bisogno di un po’ di tempo.
Quest’anno – per certi versi – si profila sotto una luce simile a quella del 1988-1989. Poteva essere così anche nella scorsa stagione, ma arrivati primi in classifica a gustare il panettone si è inciampati in un finale del girone d’andata – post fine dell’anno – assolutamente disastroso. Ora, al di là del pesante attacco mediatico attuato a Luglio nei confronti dell’Inter e dei “pruriti” della Procuratrice Wanda Nara, la sera del 21 Agosto si scende in campo a Verona, contro il Chievo. A fine mese il Palermo a San Siro, dopo la pausa a Pescara e ci siamo: è subito “Derby d’Italia”. Insomma, c’è poco da scherzare. Società nuova, va bene. Tecnico nuovo, va bene. Capitano birichino e compagni di squadra un po’ arrabbiati con lui, va bene. Ma ora si gioca. Nove punti prima della Juventus sono necessari. Il pubblico ha risposto bene, gli abbonamenti sono aumentati, nulla ha potuto “la Rosa” con i suoi “espertoni” di faccende di Calcio e (almeno per ora) nulla hanno potuto le “voglie” della moglie di Icardi.
La coppia continua a piacerci, così siamo lieti per il bimbo che sta arrivando. Speriamo che quando Wanda Nara arriverà al “Meazza” il pubblico nerazzurro sappia comportarsi paternamente.
Lo stesso sentimento (quello paterno) ci ha invaso quando abbiamo ascoltato un’altra biondina: Federica Pellegrini. Era quarta nel mondo, dopo una carriera strepitosa iniziata molti anni fa. Ha confessato onestamente – con il nodo alla gola – che (giunta agli ultimi 50 metri della 200 stile Libero, la sua specialità) non ce la faceva più. Non ci è mai stata molto simpatica, anzi. Ma quest’anno abbiamo avuto molti atleti che hanno onorato il Tricolore con medaglie d’argento e di bronzo, con quarti posti e partecipazioni appassionate alle Finali. Come cantavano i Rokes: “Bisognasaper perdere” e il valore di questi atleti è stato più che dimostrato. Anche l’Inter faccia il proprio dovere, poi si vedrà…
Grazie a Federica – la nostra porta bandiera – e a tutti gli Azzuri che hanno lottato a Rio de Janeiro per mostrare al mondo il valore dei colori italiani