Ciao Mateo…

Nerazzurri

Dal 18 Agosto 2015 Mateo Kovacic non è più un giocatore dell’Inter. È volato in Spagna, al Real Madrid: il sogno di ogni calciatore Mateo lo ha realizzato a soli ventun anni. Sulla sua cessione il mondo nerazzurro, ma anche quello degli appassionati di Calcio italiani non interisti, si è diviso in due.

Il grande e indimenticabile Luisito Suarez – Pallone d’Oro nel 1960 (con l’Inter vinse tre scudetti, due Coppe dei Campioni e due Coppe Intercontinentali) – che di regia calcistica ne sa qualcosa, ha addirittura paragonato questa cessione a quanto fece nel 2001 l’Inter con Andrea Pirlo. Le sue parole suonano come un duro rimprovero alla società nerazzurra:

“Mateo doveva diventare un punto fermo del futuro e si capisce vedendolo giocare che è un giocatore di livello superiore rispetto agli altri. Il paragone con Pirlo ci sta, eccome: anche Andrea fu ceduto senza avere la pazienza di aspettare che maturasse e poi è diventato il giocatore che sappiamo. Kovacic ha classe e può diventare il nuovo Pirlo. E non mi dite che non fa bene la fase difensiva, perché anche Pirlo alla sua età difendeva male, poi è migliorato anche in quell’aspetto del gioco. Questo ragazzo avrebbe avuto bisogno di compagni di livello in grado di aiutarlo nella crescita, invece si è trovato a dover fare il leader a 20 anni, a doversi assumere responsabilità troppo grandi, così i suoi difetti sono stati ingigantiti e le sue qualità scomparse”. Ricevere complimenti così per un ragazzo di ventun anni non è da tutti i giorni, soprattutto se a parlare è un Campione che è ancora oggi considerato uno dei più grandi registi del Calcio europeo.

Kovacic, però, ha preferito non inserirsi nelle polemiche che si sono aperte riguardo alla sua cessione e ha saputo salutare il popolo nerazzurro con un’eleganza e uno stile che fanno di lui, oltre che un Campione, un vero uomo, anche fuori dal campo (che non è cosa da poco visto i tempi che corrono):

“Il mio ringraziamento va ai tifosi, alla società e alla squadra, che in questi anni mi hanno fatto crescere e mi hanno aiutato molto. Sono contento, il Real Madrid è una grande squadra e una grossa opportunità per me, ma dall’altro lato sono anche molto dispiaciuto di lasciare l’Inter. Il momento più bello di Kovacic? Di sicuro quando ho firmato per i nerazzurri: è meraviglioso che una squadra del genere dia fiducia ad un ragazzino, è una cosa molto importante e per questo ringrazio per tutto l’amore e l’affetto ricevuti nel corso di questi anni. Auguro all’Inter di fare un grande Campionato: ancora grazie. Vi amo e vi porterò per sempre nel mio cuore”.

Giù il cappello davanti a una dichiarazione così. Forse questo ragazzo di ventun anni poteva davvero essere un leader: le sue parole sono quelle di un uomo serio, uno di quelli che prima della partita sicuramente non lo si pizzica in una discoteca, uno di quelli che come passatempo non ha quello di sfasciare Ferrari

L’augurio, che dovrebbe fare ogni amante di Calcio, è quello di vedere nuovamente, il prima possibile, Kovacic nel nostro Campionato, quello italiano, quello che a breve prenderà il via con un regista in meno. E chissà che il tifosissimo nerazzurro Max Pezzali non debba presto dover tornare a cantare (questa volta con un po’ di amarezza): “Gli anni d’oro del grande Real…”.

Kovacic_goal_alla_Lazio

Pierluigi Arcidiacono
Pierluigi Arcidiacono
Il nostro Direttore, Pierluigi Arcidiacono, un giorno chiese al suo papà di portarlo ad assistere a Inter-Sampdoria, nel 1971, quando non aveva ancora dieci anni. Aveva saputo che Suarez non giocava più con la maglia nerazzurra, ma con quella blucerchiata. Questo, nella logica di un bambino, gli appariva come una cosa molto strana, quindi, desiderava vederlo in campo. Quel giorno giocavano gli uomini che avrebbero vinto l’11° scudetto della storia dell’Inter e quella squadra rimarrà sempre nel cuore del nostro Direttore. La partita finì 3 a 1 per i nerazzurri. Segnò prima Mazzola al 46°, poi, Boninsegna su rigore al 65°, ancora Boninsegna all’80° e, infine, proprio davanti agli occhi del nostro Pigi Arcidiacono, Suarez segno il goal della bandiera su rigore. Passarono un po’ di anni. Pigi scrisse molto (poesie, articoli, libri e testi teatrali) e tra i suoi scritti si trovano anche diversi testi sull’Inter. Si ricordano soprattutto: “Vade retro Satana - Storie di una vita neroazzurra” (Librificio-Proedi - 2004), “Marco Materazzi - Degno della maglia” (Il Flabello - 2006), la monografia “La Grande Inter Anni ’60” (Cigra 2003 - 2007) e “Armando Picchi - Un nome già scritto Lassù” (Il Melograno - 2011). Da non dimenticare anche: “Massimo Moratti - Mai visto un cuore così grande” (Il Flabello - 2006) e il primo libro pubblicato in Italia su Javier Zanetti, “Milano siamo noi - Il cuore del Capitano” (Il Flabello - 2009) . Nel 2013, Arcidiacono, inizia a pensare al sito #INTER (Hashtag Inter) dove si tenterà di parlare di Calcio e dell’Inter diversamente, ma sempre con cuore.
http://www.hashtaginter.it