Ieri dopo l’espulsione di “Super Luciano” ho pensato subito alla canzone di Adriano Pappalardo: “Ricominciamo”… e nel pensare alle prime parole ho anche riso di gusto: “E lasciami gridare e lasciami sfogare io senz’amore non so stare. Io non posso restare seduto in disparte né arte né parte non sono capace di stare a guardare…” .
Una interpretazione reale di quelle note che hanno rimandato all’amore che Spalletti ha per l’Inter e per i suoi tifosi. Numero uno. E per quanto mi riguarda, educato anche nella sua immensa gioia. Espulso perché ha esultato in modo troppo veemente. Mah… E per fortuna che ha gioito, il nostro Mister, facendosi trasportare dalla più giusta delle emozioni. Ha sorpreso anche me l’esultanza di un uomo solitamente pacato ma sempre spassoso (per quanto mi riguarda ogni intervento di Luciano Spalletti presenta contenuti che scaturiscono da una mente intelligente e brillante) ma davvero credo che l’arbitro sia stato un tantino esagerato vista la clemenza nei confronti della maleducazione di certi altri allenatori.
Purtroppo i numeri della tombola di fermano a 90’, altrimenti, sebbene non sia molto fortunata, andrei subito a giocare i minuti del goal della gare contro Parma e Tottenham. Dedico queste righe sulla vittoria dell’Inter a chi nella vita si butta giù facilmente, a chi si demotiva, a chi di fronte all’impegno necessario per raggiungere un obiettivo si spaventa nel vedere una meta troppo lontana; ma dedico queste mie note anche a chi continua a supportare la squadra nella buona e nella cattiva sorte, dimostrando di amare davvero i colori di una notte stellata.
Le partite dell’Inter ormai ci lasciano con il fiato sospeso fino alla fine e inizio a chiedermi se sia un caso che i goal arrivino dopo il 90’ minuto. Sulla base delle prestazioni dei ragazzi mi chiedo se, effettivamente, vi siano lacune tecnico tattiche da colmare, ma l’Inter scesa ieri in campo a Marassi ha dimostrato di voler dimostrare di esserci e ha lottato consapevole del fatto che non si può più sbagliare.
Non voglio parlare di una partita dalle occasioni sprecate ma di una partita dalle occasioni violate. Ammiro come sempre Mister Spalletti per il suo “savoir faire” anche dopo un’espulsione (non abbiamo nemmeno bisogno di discutere sulla ingiustizia subita dal nostro tecnico) ma mi chiedo cosa sarebbe successo se in campo ci fosse stato un certo José Mourinho e al tenore di una sua ipotetica invettiva all’indirizzo dell’arbitraggio. Resto sempre a favore nei confronti dell’utilizzo della VAR, ma quando una tecnologia che dovrebbe dare certezze lascia solo tanti dubbi inizio fortemente a credere che qualcuno voglia davvero rovinarci la festa. Senza dubbio è stato corretto non convalidare due delle tre reti in discussione ma quella di Nainggolan lascia davvero molti spunti di riflessione e al momento ha dato sfogo ad arrabbiature di ogni genere.
In ogni caso ieri l’Inter ha vinto dando tutto sul finale in una gara dove ha dimostrato di esserci, di avere idee che ha cercato di concretizzare; guidata da un abile condottiero con la mente di uno stratega.
In questo momento non voglio pensare alla motivazione per la quale il Mister abbia deciso di optare per determinati cambi. Candreva ieri è stato superlativo, ma in generale tutti hanno lasciato il segno.
E ora, mentre scrivo, rido pensando alle facce dei gufi al 93’; perché loro sono così: ci spiano da lontano sperando nella nostra disfatta; e rido perché il Mister ieri è stato anche fortunato. Un caro amico al gol di Brozović ha distrutto “gioendo con troppa veemenza” uno specchio antico di proprietà della moglie.Risultato: l’ira della “padrona di casa” imbestialita che ha punito il colpevole con una padellata in testa e i prossimi 7 anni di disgrazie.
In apertura: foto di Mattia Ozbot – Luciano Spalletti durante #InterTottenham
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