Due gli ingredienti principali della serata meneghina: la pressione di una squadra che lotta verso il traguardo della Champions e quasi 70.000 spettatori (68.051) che chiedono alla intera compagine di “portarli a rivedere le stelle” . Le nostre buone stelle, sempre nel cuore di tutti noi, dall’alto hanno riflesso una luce poderosa sulla squadra, carica di grinta e di voglia di fare, una voglia di fare che non si vedeva da troppo tempo.
Così è stato il primo tempo delle occasioni mancate, tra pali e palloni che scostano di poco lo specchio della porta, Handanovič che nega il vantaggio temporaneo a un incisivo Caputo e un vivacissimo Vecino che combina buone idee con Politano, ma che purtroppo non ingannano Dragowski , abilissimo nei salvataggi che rimandano ai calci d’angolo.
Nella ripresa Spalletti schiera Keita al posto di Asamoah. Si sposta così in avanti l’equilibrio della squadra. Il senegalese attacca con incursioni quasi decisive ma la difesa dell’Empoli si fa trovare pronta. Presente ma sottotono Nainggolan non convince, scambia palloni con Politano ma è proprio al 51’ che la partita si sblocca con una splendida fucilata di Keita che tramortisce Dragowski mentre il Milan è fermo sul 2 a 2 e l’Atalanta domina contro il Sassuolo. Dopo pochi minuti lo stesso Dragowski esce dalla linea di porta in maniera scomposta atterrando Icardi che dopo il VAR review colloca il pallone sul dischetto e spreca l’occasione del raddoppio con un tiro fiacco, centrale e fin troppo prevedibile . Sembra mancare di concertazione l’ex Capitano; un gruppo nutrito di giocatori della panchina si riscalda mentre nel frattempo l’Atalanta si porta sul 3 a 1. Ancora scampoli di gioco, una parata da antologia di Handanovič, la sostituzione di Icardi che esce tra i fischi e l’ingresso di Lautaro.
La felicità dura poco perché l’Empoli si riscatta con il goal di Traore al 76’ . A questo punto anche Zucchero canterebbe “Per colpa di chi…”, ma lo sconforto come il precedente momento di felicità dura un fuoco di paglia, perché proprio Nainggolan, riprende le redini del gioco e buca la porta avversaria facendo esplodere il tifo che galvanizzato riprende coraggio. Una azione interminabile che si conclude con una traversa degli avversari fa vivere attimi di terrore mentre stanno per partire i 5 minuti di recupero al cardiopalma.
Dragowski lascia la porta per prendere parte al gioco ma lo scontro con Keita è fatale e resta a terra dolorante mentre Marcelo Brozović ne approfitta per concludere a rete con un lungo tiro. Lo stadio è fuori controllo, ora l’Inter è in Champions, ma purtroppo la rete è annullata.
La tensione sale e il tempo sembra non trascorrere mai… Finalmente arriva il fischio finale… È ufficiale… È Champions… Grazie Avvocato… Grazie Giacinto… Grazie Stelle!
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