La Redazione, i collaboratori e il Direttore di Hashtaginter.it si stringono alla Vicedirettrice Roberta Santoro colpita da un grave lutto: il papà Pasquale è salito alla Casa del Padre.
Ieri (sabato, 29 febbraio), a Seveso, si sono svolti i funerali. Tutta la comunità locale ha risposto senza paura (superando ogni Ordinanza la chiesa Prepositurale di San Protasio era gremita); si è sentito vivo l’abbraccio alla moglie Miriam e alle figlie Roberta, Megghy e Sveva, nonché a tutta la famiglia, giunta dalla Puglia.
Per capire chi fosse Pasquale Santoro pubblichiamo con piacere il ricordo di un suo amico (Carmine Forcella), comparso su facebook:
Questa mattina il telefono ha squillato presto e quando succede, come le suonate alla porta, è foriero di brutte notizie. Mimì, che non finirò mai di ringraziare, mi ha detto che il collega Santoro Pasquale ci ha lasciato per emorragia cerebrale. Non era anziano Pasquale, anzi molto più giovane di me.
Allora ho pensato di salutarlo così
Ciao Pasquale Santoro, quando sono arrivato a Cantù eri classificato “Inferiore alla media” e capii subito che era una qualifica immeritata, forse vendicativa, e così, con me, sei tornato nella media e poi superiore alla media.
Eri volenteroso e nella resa operativa fra i migliori. Nella foto mentre ti consegno il diploma di merito che ogni anno davo a chi si era particolarmente distinto per i risultati conseguiti.
Diventato appuntato sei andato alla scuola sottufficiali quindi brigadiere e poi maresciallo prima della riforma del 1995.
Mai in ritardo.
Ricordo il controllo del 14 marzo 1990 in un bar di Cermenate quando documentasti, con Luigi Fiorenza, i rapporti fra vari gruppi delinquenziali.
Foste temerari nell’eseguire il controllo!
Successivamente tornò molto utile soprattutto per l’operazione Wall Street a Milano. A forza di fotocopiarlo quell’allegato “A” si era sbiadito. E quando nel mese di giugno 1995 fosti sentito come teste dal P.M. dr Spataro, per il suddetto processo, rispondesti che vi attivavate a controllare i bar di Cermenate perché ordinatovi dal vostro comandante, cioè io.
Quando andai in pensione, perché defenestrato dai pentiti con la colpevole collaborazione della scala gerarchica e della magistratura, dicesti a mia moglie: “Signora, se non fosse stato per suo marito io non sarei diventato maresciallo e se non fosse andato in pensione anch’io sarei diventato maresciallo come gli altri”.
Tu maresciallo lo sei stato, come gli altri e pure meglio di tanti altri, e ti hanno affidato il comando dell’aliquota radiomobile di Cantù dove, memore della tua forte esperienza operativa, non solo non hai sfigurato, ma hai fatto bella figura.
Ti abbraccio Pasquale con l’augurio che tu possa riposare in pace.