E difficile parlare di Calcio in un momento come quello che stiamo vivendo. L’Italia è barricata in casa nella morsa del Coronavirus. Per una volta, mettiamo dunque da parte risultati, moduli, tattiche, polemiche e tutto il resto. Stiamo modificando le nostre abitudini, cerchiamo con tutte le nostre forze di venire a capo di un qualcosa che inevitabilmente cambierà in nostro modo di vivere. In tutto questo il sentimento che proviamo per la nostra Inter può sicuramente esserci di aiuto. Quello rimane, rimarrà per sempre, e si può sintetizzare nell’“abbraccio” dopo un goal realizzato, in un gesto spontaneo (che oggi ci manca), non solo da parte dei giocatori, ma anche e soprattutto da parte dei tifosi.
Già, perché questo gesto (l’abbraccio), nel caso dei tifosi, spesso è rivolto a un perfetto sconosciuto. La persona che ti trovi accanto sugli spalti per la prima volta, che magari vive a centinaia di chilometri da te, alla quale sei legato da un unico amore che si chiama Inter.
Un gesto istintivo, che racchiude dentro di se la passione, la sofferenza, la speranza e, infine, la gioia.
Le precauzioni in questi giorni cosi difficili non sono mai troppe: i contatti vanno assolutamente evitati: è giusto e normale che sia così. Il mondo del Calcio si è fermato e anche questa è una decisione saggia, perché come si è detto e ripetuto all’infinito, la salute è la prima cosa. La speranza è che tutto questo un giorno finirà e torneremo ad una vita normale.
Toglieremo le mascherine, affolleremo di nuovo bar, ristoranti, centri commerciali e stadi, ci ritroveremo a tifare ed esultare per la nostra Inter. Ma quell’“abbraccio”, quel gesto così dolce e spontaneo che viene dal cuore, potrebbe non far più parte del nostro modo di vivere. Il Coronavirus rischia di toglierci per sempre una delle cose più belle, non solo del Calcio, ma di tutta la nostra esistenza.
Buona Vita a tutti.
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