Big Rom Lukaku ha fatto il “double,” per dirla all’inglese, e l’Inter è tornata alla vittoria in Campionato, sbancando la Dacia Arena di Udine, dopo aver collezionato tre pareggi consecutivi.
Vittoria pesante ottenuta con un secco 2 a 0 rifilato all’Udinese che si è dimostrata avversaria molto ostica, ma che è stata piegata dal nostro cecchino: Romelu Lukaku.
Come d‘abitudine (pessima…) Conte ha dovuto far buon viso a cattiva sorte per via di assenze importanti: Sensi, Gagliardini, Asamoah e Borja Valero erano out per infortuni e Lautaro era squalificato. Inevitabile ricorrere al Principe danese, Christian Eriksen, al debutto nella nostra Serie A. In avanti ballottaggio Sanchez-Esposito per il ruolo di spalla di Big Rom, poi, vinto dal giovane campano. Schieramento tattico modificato da Conte per sfruttare al meglio le doti di Eriksen, a suo agio in carriera nella posizione di rifinitore, quindi, Inter schierata col 3-4-1-2. Nella terra di mezzo, a giostrare: Barella e Vecino, con il sardo nel ruolo di play.
Considerato che i bianconeri friulani rappresentavano una formazione di grande fisicità, schierata quasi a specchio col 3-5-2, era prevedibile che i nostri dovessero incontrare difficoltà.
Barella ha disputato un ottimo match, ma non è certamente un regista e con il “Principe” danese in non perfette condizioni di forma (al Tottenham è rimasto a lungo ai margini delle rotazioni perché in uscita) la manovra è risultata poco fluida e per Seko Fofana e compagni era facile schermarla. Anche sulle fasce l’Inter non ha trovato sbocchi e così il primo tempo si è chiuso zero a zero.
La svolta è avvenuta dopo 14 minuti della ripresa con gli ingressi di Brozovic e Sanchez per Eriksen ed Esposito. L’impostazione interista si è velocizzata, Barella è divenuto un pericoloso incursore e proprio dal suo piede è partito l’assist magistralmente sfruttato da Lukaku per sbloccare il match al 64’. Il raddoppio è venuto per merito di Alexis Sanchez che, in pressione sulla difesa friulana, ha usufruito di un rimpallo favorevole per involarsi solitario davanti a Musso che, in uscita bassa, l’ha atterrato provocando il rigore che Lukaku ha trasformato da par suo.
Dal 2 a 0 in poi l’Inter ha controllato, ma si è abbassata un po’ troppo concedendo due palle goal a Lasagna che, fortunatamente, le ha fallite.
Successo, comunque, meritato della truppa di Conte che è rimasta in scia della Juve vittoriosa, tra le polemiche, sulla Fiorentina. Il distacco dalla vetta è sempre di 3 punti.
Purtroppo, la vittoria nerazzurra non ha silenziato i detrattori, interni ed esterni, dell’Inter che hanno subito “bocciato” il debutto in Campionato di Christian Eriksen rilevando che la squadra ha decollato con l’ingresso di Brozovic al posto del danese. Per costoro Christian è una bufala, non è un giocatore decisivo, non alza il livello, non è adatto al nostro campionato e bla bla bla.
E che dire di Seba Esposito santo fino al match di Udine e poi brutalmente scaricato con perfetto tempismo dai soliti detrattori? Seba ha fallito due ghiotte occasioni tradendo un po’ di emozione (ha 17 anni!), ha patito le difficoltà di manovra dell’Inter nonché la grande fisicità degli avversari, ma il suo talento è indiscutibile e ci sarà utilissimo.
Per i detrattori, invece, che in periodo di mercato lo sostenevano a spese dei vari Giraud, Llorente, Zaza, Pandev; improvvisamente è diventato un giocatorino acerbo, fisicamente poco dotato, del tutto inutile per una squadra che vuole lo scudetto.
Considerazioni da brividi che è meglio non commentare oltre.
Forse, i detrattori si sono sfogati sul fuoriclasse danese e sul baby nerazzurro (che avranno presto l’occasione di mostrare le loro grandi qualità) perché hanno masticato male nel vedere il loro “lampione” marcare due reti e mettere la firma sull’ennesimo successo esterno della “Benamata”.
Lukaku ha faticato nel match di Udine perché un pochino in riserva di energia, ma si è battuto senza risparmiarsi e alla prima occasione ha colpito la difesa avversaria con un tocco da bigliardo, o meglio, con un colpo da cecchino professionista. Big Rom è stato un gelido “Sniper” (cecchino in inglese) anche dal dischetto chiudendo la gara al minuto 71’. Il bottino del gigante buono è così salito a 16 reti in Campionato e a 20 reti totali, Coppe comprese. Niente male per un “lampione”. Fortunatamente, la stragrande maggioranza della tifoseria Black&Blue ha ormai adottato Big Rom come idolo e uomo simbolo dell’Inter a trazione Conte e lo adora perché gioca e si sacrifica per la squadra, fa ”gruppo”, segna tanto e regala sorrisi accattivanti quanto i suoi goal.
Con un cecchino formato gigante anche il delicato trittico che ci aspetta (Milan, Napoli e Lazio in trasferta) fa meno paura. Tre partite che decideranno in buona parte la stagione dell’Inter perché i risultati che ne scaturiranno avranno il sapore di un verdetto. Attendiamo fiduciosi la battaglia (sportiva) del derby confidando in un cecchino che ha le pallottole in canna pronte a esplodere.
Al Milan “Il Pistolero” non c’è più, è partito per la Germania, ma noi il nostro “Sniper” ce l’abbiamo ancora e ha il colpo in canna pronto a fare centro come nel derby di andata. Il nostro cecchino è Romelu Lukaku!
(Le foto di questo servizio sono di Mattia Ozbot)
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