È indiscutibile che a seguire l’Inter al Meazza ci vadano almeno due tipi ben distinti di tifosi: la Curva Nord e il resto dello stadio.
I primi sono ciò che senti se capiti per caso nei dintorni di San Siro durante un match dei nerazzurri: quel casino, fatto di cori, di salti, di applausi e di fischi, è la Curva Nord a produrlo, impacchettato e spedito dritto alle gambe dei giocatori neroblù e, in forma inversa, a quelle degli avversari, che nelle serate giuste tremano intimorite.
Tutti gli altri, invece, è difficile sentirli intonare cori per la Beneamata: il sostegno è perlopiù basato sugli applausi e sul boato imponente che esplode a ogni goal segnato. E, come contorno dal sapore amaro, capita spesso che risuonino fischi per chi gioca male.
La Curva è stata spesso al centro di polemiche riguardanti episodi (a volte discutibili) di razzismo e di discriminazione territoriale. Sì è resa anche protagonista di qualche protesta, talvolta contro la dirigenza, talvolta contro il “Sistema Calcio”. Ultimamente contro l’ex Capitano Mauro Icardi.
Ed è proprio per lui che sabato sera (20 Aprile 2019) è esploso nel cuore del tifo nerazzurro un conflitto interiore dalle sembianze amletiche: essere o non essere intransigenti, punitivi, arrabbiati con l’argentino per tutto ciò che è successo negli ultimi mesi. Non essere o essere misericordiosi, comprensivi, a sostegno di un rientro felice di Maurito.
Se è vero che il tifo più “moderato” del Meazza è più silenzioso rispetto alla Curva, è anche vero che quando si fa sentire fa valere tutto il peso di un numero da record per gli stadi italiani. E questo è capitato in modo eclatante per ben due volte durante Inter-Roma: prima quando la Curva Nord ha intonato una serie di cori decisamente offensivi verso Icardi, a cui lo stadio ha risposto coprendoli di fischi, poi quando al 54’ è entrato proprio lui, al posto di Nainggolan, con una pioggia di fischi ad accoglierlo, prontamente nascosta dagli applausi del resto dello stadio.
È guerra civile sugli spalti dell’Inter, fomentata dalle notizie che volevano lo spogliatoio spaccato in due, mentre il campo dimostrava il contrario (emblematici gli abbracci tra Perisic e Icardi dopo
i goal dell’uno e dell’altro nelle ultime partite).
Per il tifo nerazzurro è dunque questo il dilemma: se sia più nobile sopportare il dolore dell’assenza dal campo del giocatore più forte (per motivi discutibili e fin troppo discussi) e riaccoglierlo, o prendere le armi contro chi ci ha capitanato attraverso tempi difficili, imponendo
una fine a questa unione?
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