Un derby di Milano si vince così e Icardi gioca sempre un minuto in più

Il Direttore In Campo In Primo Piano

Lo sanno bene tutti: vincere così vale doppio. Vale triplo e forse di più. Il tifoso della tua squadra, quello accanto a te sugli spalti, si stava già lamentando: del Mister, di questo o di quel giocatore. Il tifoso avversario sapeva di averla scampata bella e stava tirando il fiato. Spalletti era arrabbiato, urlava, gesticolava. I ragazzi dell’Inter erano stanchi. Ma il Capitano dei nerazzurri non ragiona con la testa dei più: lui gioca sempre un minuto in oltre. Lo criticano perché limita il gioco, ma, in verità – e lo abbiamo visto in Champions League – è uno che torna a difendere. In verità, se tre quarti dello stadio è già con la testa a casa e 15 giocatori in campo sono già negli spogliatoi, lui, Maurito, gioca ancora. Se i minuti di recupero sono tre, lui stacca la testa al 95’; se sono cinque, lui staccala testa al 97’. Non si spiegherebbe altrimenti… Lui è sempre lì, sino all’ultimo, e così un cross meraviglioso lo va a trovare laddove lui la può mettere dentro, in un modo o nell’altro.

Vincere così vale doppio perché lascia a bocca asciutta i milanisti; vale triplo perché rimani terzo davanti alla Lazio, da solo a 2 punti dal Napoli; vale di più perché serve per il morale; serve molto, ben sapendo quale sia il prossimo impegno di Champions League.

Dobbiamo essere davvero grati a questi ragazzi, al Capitano Mauro Icardi e al Mister Luciano Spalletti, sempre lucido nelle analisi tecniche e che al termine della Conferenza Stampa di questasera ha ricordato con “un saluto particolare uno dei capi degli Inter Club della Toscana, Fernando Panci”, mancato in settimana, “che ci ha dato una mano dall’Anelo del Paradiso”.

(La foto in apertura di Vecino e Icardi abbracciati è di Mattia Ozbot)

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Pierluigi Arcidiacono
Pierluigi Arcidiacono
Il nostro Direttore, Pierluigi Arcidiacono, un giorno chiese al suo papà di portarlo ad assistere a Inter-Sampdoria, nel 1971, quando non aveva ancora dieci anni. Aveva saputo che Suarez non giocava più con la maglia nerazzurra, ma con quella blucerchiata. Questo, nella logica di un bambino, gli appariva come una cosa molto strana, quindi, desiderava vederlo in campo. Quel giorno giocavano gli uomini che avrebbero vinto l’11° scudetto della storia dell’Inter e quella squadra rimarrà sempre nel cuore del nostro Direttore. La partita finì 3 a 1 per i nerazzurri. Segnò prima Mazzola al 46°, poi, Boninsegna su rigore al 65°, ancora Boninsegna all’80° e, infine, proprio davanti agli occhi del nostro Pigi Arcidiacono, Suarez segno il goal della bandiera su rigore. Passarono un po’ di anni. Pigi scrisse molto (poesie, articoli, libri e testi teatrali) e tra i suoi scritti si trovano anche diversi testi sull’Inter. Si ricordano soprattutto: “Vade retro Satana - Storie di una vita neroazzurra” (Librificio-Proedi - 2004), “Marco Materazzi - Degno della maglia” (Il Flabello - 2006), la monografia “La Grande Inter Anni ’60” (Cigra 2003 - 2007) e “Armando Picchi - Un nome già scritto Lassù” (Il Melograno - 2011). Da non dimenticare anche: “Massimo Moratti - Mai visto un cuore così grande” (Il Flabello - 2006) e il primo libro pubblicato in Italia su Javier Zanetti, “Milano siamo noi - Il cuore del Capitano” (Il Flabello - 2009) . Nel 2013, Arcidiacono, inizia a pensare al sito #INTER (Hashtag Inter) dove si tenterà di parlare di Calcio e dell’Inter diversamente, ma sempre con cuore.
http://www.hashtaginter.it