Se si parla di tifo non possiamo immaginarlo senza Curva Nord

Il Direttore In Primo Piano

Si è aperta con un dibattito la festa della Curva Nord (sabato scorso, 14 Luglio), presso il piazzale antistante lo stadio di San Siro (nel Parcheggio A). Un tema delicato: il pubblico interista non tifa. Quelli che dovrebbero essere i sostenitori nerazzurri non cantano, non incitano, salvo rare occasioni; contro la Juve (a esempio) o quando l’arbitraggio è fazioso, allora si sentono “toccati” e reagiscono. In verità ricordiamo i supplementari dell’ultima sfida in Semifinale di Coppa Italia, proprio contro la Juventus e non fu così. Loro (i bianconeri), presuntuosi del 3 a 0 inflitto all’Inter all’andata erano scesi arroganti a Milano, snobbando la partita e i ragazzi di Roberto Mancini. L’Inter la risposta sul campo l’aveva data: ribaltando il risultato dell’andata: 3 a 0 per i nerazzurri. Via ai supplementari. Ebbene, nei 15 minuti + 15 dell’extra time il clima al “Meazza” era surreale. Quale momento più opportuno per scatenarsi nel tifo più convinto? Invece? Nulla… Così si arrivò ai rigori e, poi, andò male.

Perché il pubblico non segue il tifo della Curva Nord?

Questo il quesito iniziale. Perché l’interista preferisce essere critico con i giocatori in campo sin dal primo minuto di una partita? Questo è successo anche negli anni di José Mourinho, non si può negare. Lui stesso si chiedeva: “Ma cosa vengono a fare allo stadio?”. E in questo suo dubbio salvava soltanto la Curva Nord: “Loro sì, la Curva il tifo lo fa…”.

Una prima risposta si può individuare ed è drammatica: oggi, tempo di “Social”, nella mente delle persone si è scatenata la convinzione di “essere”, Con un post su facebook si pensa di contribuire al “Pensiero” dell’Umanità. Così, allo stadio… “Cretino, metti Gabigol!”… “Ma come si fa a fare giocare Candreva”… “Impara a giocare, invece di fare i selfie con Wanda Nara!”…
Quanta saggezza; e quanta conoscenza tecnica. Ne deriva, per quanto riguarda il Calcio, un altro aspetto. E ci siamo: gli spettatori nostrani sono sempre più pubblico e sempre meno tifosi; sono sempre più “clienti” e sempre meno tifosi: “Pago. Ho il diritto di criticare…”.
Molto differente l’atteggiamento dei tifosi della Curva Nord che la squadra, l’Inter, l’amano davvero.

Ciò nonostante individuiamo anche qualche responsabilità nel Secondo Anello Verde per quanto riguarda lo “scollamento” tra Ultras e il resto del pubblico:

Si è detto anche nel dibattito: forse i cori della Nord sono un po’ troppo lunghi. Problema facilmente risolvibile identificando alcuni cori e canti da “sfoderare” in momenti particolari della partita. Magari partendo da un classico: “Inter! Inter! Inter!”.

Più problematico (perché problema storico): il pubblico non si identifica in certi messaggi riguardanti solo la Curva: “La gente vuol sapere…”. Certo la Curva Nord non deve rinunciare a certi suoi spunti. Va beh, in questo caso non vi sarà problema se gli altri spettatori non seguono, anzi, motivo d’orgoglio per chi può scandire quelle parole.

La Curva è “ferma”. Diciamo “rigida”. Non potrebbe essere altrimenti essendo una élite. Questo, però, comporta altro distacco con il resto della tifoseria. Se in Curva si decide così è così. Nulla da fare. Non si fanno cori per i giocatori e non si fanno cori per i giocatori. Quella tifoseria è amica e quell’altra no e quella è amica e quell’altra no. E così via…

Parebbe così che la maggior parte delle responsabilità sarebbero della Curva Nord, ma non è così. Anzi… E certe responsabilità, forse, vanno ricercate anche all’interno della società.

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Pierluigi Arcidiacono
Pierluigi Arcidiacono
Il nostro Direttore, Pierluigi Arcidiacono, un giorno chiese al suo papà di portarlo ad assistere a Inter-Sampdoria, nel 1971, quando non aveva ancora dieci anni. Aveva saputo che Suarez non giocava più con la maglia nerazzurra, ma con quella blucerchiata. Questo, nella logica di un bambino, gli appariva come una cosa molto strana, quindi, desiderava vederlo in campo. Quel giorno giocavano gli uomini che avrebbero vinto l’11° scudetto della storia dell’Inter e quella squadra rimarrà sempre nel cuore del nostro Direttore. La partita finì 3 a 1 per i nerazzurri. Segnò prima Mazzola al 46°, poi, Boninsegna su rigore al 65°, ancora Boninsegna all’80° e, infine, proprio davanti agli occhi del nostro Pigi Arcidiacono, Suarez segno il goal della bandiera su rigore. Passarono un po’ di anni. Pigi scrisse molto (poesie, articoli, libri e testi teatrali) e tra i suoi scritti si trovano anche diversi testi sull’Inter. Si ricordano soprattutto: “Vade retro Satana - Storie di una vita neroazzurra” (Librificio-Proedi - 2004), “Marco Materazzi - Degno della maglia” (Il Flabello - 2006), la monografia “La Grande Inter Anni ’60” (Cigra 2003 - 2007) e “Armando Picchi - Un nome già scritto Lassù” (Il Melograno - 2011). Da non dimenticare anche: “Massimo Moratti - Mai visto un cuore così grande” (Il Flabello - 2006) e il primo libro pubblicato in Italia su Javier Zanetti, “Milano siamo noi - Il cuore del Capitano” (Il Flabello - 2009) . Nel 2013, Arcidiacono, inizia a pensare al sito #INTER (Hashtag Inter) dove si tenterà di parlare di Calcio e dell’Inter diversamente, ma sempre con cuore.
http://www.hashtaginter.it