Se gli scudetti sono 36 in Italia regna Vittorio Emanuele IV

Il Direttore In Primo Piano

I più tifosi giovani non lo sanno (e probabilmente non gli interessa molto), ma la nostra Repubblica Italiana è nata da un “broglio” elettorale. Proprio così, l’Italia repubblicana è stata partorita da un referendum istituzionale poco (ma proprio poco poco…) chiaro. Non lo affermano soltanto i monarchici, ma se ne vantano anche alcuni “Padri” di questa Italia nata nel 1946. Al di là di questa “malandrinata” nessuno può negare che da settant’anni e passa in Italia esista la Repubblica. Lo stesso ultimo erede al Trono d’Italia, Vittorio Emanuele (che sarebbe IV), nel 2002, in attesa che venisse acconsentito (con il voto al Senato) al termine del Suo esilio, si rivolgeva a Carlo Azeglio Ciampi chiamandolo “il nostro Presidente della Repubblica”…

In campo calcistico le “malandrinate”, piaccia o meno, le ha fatte la Juventus. Questo, almeno, quanto stabilito recentemente da chi può e deve stabilirlo. Ai bianconeri sono stati tolti due scudetti e uno di questi (il 2006) è stato assegnato all’Inter. Non si capisce il perché di tutto il rancore dei tifosi bianconeri nei confronti dell’Inter, perché, anche se lo scudetto 2006 non fosse stato assegnato “a tavolino” al F.C. Internazionale Milano, in ogni caso, sarebbe stato tolto alla Juventus.

Ricordiamo che il primo a richiederlo non fu il Presidente dell’Inter Massimo Moratti, come si pensa e crede oggi, ma, bensì, il Presidente del Milan Silvio Berlusconi. Poi, qualche “malandrinata” l’avevano fatta anche loro e così lo scudetto arrivò all’Inter.

Da precisare che, non ostante una certa soddisfazione – derivata specialmente da torti che si riteneva di avere subito nei Campionati precedenti (come nel 1998…) – non vi fu alcuna dimostrazione di eccitazione spavalda da parte della tifoseria interista. Nessuna presa in giro dell’avversario. Solo molto rammarico (e un po’ di commozione…) nel rileggere certe situazioni passate avvenute alla luce di quanto emerso nel 2006.

Michele Brambilla scrisse in quei giorni in merito al rapporto tra giornalisti e Luciano Moggi: “…mai una volta che sfottessero Moggi e Giraudo, sempre ossequiati come geni del calcio e della finanza. Bastava vedere come si ponevano davanti a loro nelle interviste televisive, i nostri eroi del giornalismo sportivo: Moggi li pigliava per il culo e loro giù a sghignazzare, ma come sa mentire bene lei, com’è bravo, com’furbo, com’è astuto. Ah, quando si dice la schiena dritta della categoria”…

Questo era il “sistema”.

Ecco dunque che il rancore in senso opposto (quello degli interisti nei confronti degli juventini) ha certamente più senso; e non perché interisti noi siamo, ma perché è naturale che chiunque si senta derubato di qualcosa non abbia in simpatia chi quel “qualcosa” glielo ha portato via. Chiunque oltre ad essere stato derubato si senta preso in giro ancor più.

Ma la faccenda è un’altra.

La faccenda è l’impudicizia con la quale la società bianconera continua impunemente (a distanza di più di dieci anni) a dichiarare la titolarità di 36 scudetti. Che questa sia una impostazione mentale dei tifosi può essere “ammissibile” (o, meglio, tollerabile), ma questa continua ostentazione da parte della società Juventus non può essere ammissibile.

L’Inter non dovrebbe più giocare a Torino. Che partano pure da + 3 punti. Non si deve giocare in uno stadio dove è esposto (come proprio) uno scudetto che è dell’Inter. Che si tengano tre punti in più a Campionato, sommati nei prossimi dieci anni saranno meno di quelli che si sono presi con metodi che vanno oltre lo sport.

Stupisce che nessuno agli alti livelli, nessuno di quelli che quello scudetto glielo ha tolto, si esprima in merito…

Questa Italia, così, non va bene. Forse bisognerebbe ricominciare da quel referendum del 1946 dove la “malandrinata” è stata fatta a danno dei Savoia; forse ancora prima, dal Risorgimento, dove qualche “malandrinata” sono stati proprio i Savoia a farla.

Bisognerebbe ricominciare dall’onestà. Sembra difficile, ma non lo è.

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Pierluigi Arcidiacono
Pierluigi Arcidiacono
Il nostro Direttore, Pierluigi Arcidiacono, un giorno chiese al suo papà di portarlo ad assistere a Inter-Sampdoria, nel 1971, quando non aveva ancora dieci anni. Aveva saputo che Suarez non giocava più con la maglia nerazzurra, ma con quella blucerchiata. Questo, nella logica di un bambino, gli appariva come una cosa molto strana, quindi, desiderava vederlo in campo. Quel giorno giocavano gli uomini che avrebbero vinto l’11° scudetto della storia dell’Inter e quella squadra rimarrà sempre nel cuore del nostro Direttore. La partita finì 3 a 1 per i nerazzurri. Segnò prima Mazzola al 46°, poi, Boninsegna su rigore al 65°, ancora Boninsegna all’80° e, infine, proprio davanti agli occhi del nostro Pigi Arcidiacono, Suarez segno il goal della bandiera su rigore. Passarono un po’ di anni. Pigi scrisse molto (poesie, articoli, libri e testi teatrali) e tra i suoi scritti si trovano anche diversi testi sull’Inter. Si ricordano soprattutto: “Vade retro Satana - Storie di una vita neroazzurra” (Librificio-Proedi - 2004), “Marco Materazzi - Degno della maglia” (Il Flabello - 2006), la monografia “La Grande Inter Anni ’60” (Cigra 2003 - 2007) e “Armando Picchi - Un nome già scritto Lassù” (Il Melograno - 2011). Da non dimenticare anche: “Massimo Moratti - Mai visto un cuore così grande” (Il Flabello - 2006) e il primo libro pubblicato in Italia su Javier Zanetti, “Milano siamo noi - Il cuore del Capitano” (Il Flabello - 2009) . Nel 2013, Arcidiacono, inizia a pensare al sito #INTER (Hashtag Inter) dove si tenterà di parlare di Calcio e dell’Inter diversamente, ma sempre con cuore.
http://www.hashtaginter.it