A Milano: un giardino per Herrera

Il Direttore Nerazzurri

A Milano: un giardino per Herrera – Dopo la via dedicata al Campione Armando Picchi, Capitano della “Grande Inter” degli Anni Sessanta e dopo il piazzale dello stadio di San Siro, dedicato al Presidentissimo Angiolino Moratti che volle e creò quella compagine, ecco a Milano i giardini dedicati a chi guidò con temperamento quei ragazzi nerazzurri: Helenio Herrera. Vinsero tre scudetti e due Coppe dei Campioni e due Coppe Intercontinentali. Furono anche loro vittime dell’“Agnellismo” torinese. La storia della “Grande Inter” sembra una di quelle leggende che non appartengono soltanto ai sostenitori di quella compagine, ma anche a quelli che sventolano altri vessilli, con altri colori. Tutti rimasero coinvolti dall’Inter di Moratti e Allodi, Herrera e Picchi, anche quelli che non seguivano con regolarità le vicende del pallone.

Nel 1960 – Arriva “il Mago” – Nel Campionato 1960 arriva sulla panchina dell’Inter Helenio Herrera che introduce sistemi di preparazione nuovi e non ha paura a lanciare nella mischia giocatori giovani come Giacinto Facchetti e Sandro Mazzola. Grazie a Helenio Herrera, che lo “scoprì” nell’Atalanta, Giacinto Facchetti rivoluzionò il ruolo di “Terzino” inventando il “fluidificante”. Herrera venne chiamato “il Mago”, ma era un ottimo comunicatore ed è probabile che questo soprannome lo abbia inventato proprio lui, mettendo poi in giro la voce. La sua personalità era realmenteil milan non esi dirompente. Dopo aver conseguito molti successi nerazzurri Herrera dirà: “L’ascesa dell’Inter è stata determinata da molte cose: prima di tutto l’avere un grande Presidente disposto a portare l’Inter verso le più grandi vette; dopo, il lavoro che abbiamo fatto tutti e la passione che abbiamo messo nel nostro lavoro e, soprattutto, i giocatori che abbiamo…”. In merito alla sua “rigidità” il super portiere della “Grande Inter” Giuliano Sarti, anni dopo, ricorderà: “Allora soltanto nel clima di Herrera si potevano ottenere dei risultati come sono stati ottenuti”.

Si può raccontare, perché è vero, che dalla metà degli Anni Sessanta e per tutti i Settanta, viaggiando per i Paesi dell’Europa, specialmente in quelli Latini, quando un cameriere intuiva che la provenienza dei turisti italiani era Milano, per “farsi bello” diceva: “Milano? Sarti, Burgnich, Facchetti, Picchi… Mazzola, Corso…” e talvolta recitava anche tutta la formazione al completo dell’Inter di Helenio Herrera. Milano uguale Inter, quei camerieri non avevano dubbi. D’altronde non aveva dubbi nemmeno lo stesso Herrera nel giorno precedente al suo primo “Derby della Madonnina”: un giornalista gli chiese cosa pensasse della squadra avversaria e lui rispose: “Per noi il Milan non esiste!”.

Infatti, è così e Milano siamo noi!

Giovedì, 9 Novembre alle ore 15.00, l’Assessore a Turismo, Sport e Qualità della Vita Roberta Guaineri inaugurerà il “Giardino Helenio Herrera Gavilan”– allenatore di calcio, 1910-1997 (ingresso da piazza Axum, angolo via dei Rospigliosi.

Domenica c’è Inter-Atalanta, sarebbe bene che qualcuno incominciasse a pensare a una via dedicata a Giacinto Facchetti, simbolo di serietà e onestà.

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Pierluigi Arcidiacono
Pierluigi Arcidiacono
Il nostro Direttore, Pierluigi Arcidiacono, un giorno chiese al suo papà di portarlo ad assistere a Inter-Sampdoria, nel 1971, quando non aveva ancora dieci anni. Aveva saputo che Suarez non giocava più con la maglia nerazzurra, ma con quella blucerchiata. Questo, nella logica di un bambino, gli appariva come una cosa molto strana, quindi, desiderava vederlo in campo. Quel giorno giocavano gli uomini che avrebbero vinto l’11° scudetto della storia dell’Inter e quella squadra rimarrà sempre nel cuore del nostro Direttore. La partita finì 3 a 1 per i nerazzurri. Segnò prima Mazzola al 46°, poi, Boninsegna su rigore al 65°, ancora Boninsegna all’80° e, infine, proprio davanti agli occhi del nostro Pigi Arcidiacono, Suarez segno il goal della bandiera su rigore. Passarono un po’ di anni. Pigi scrisse molto (poesie, articoli, libri e testi teatrali) e tra i suoi scritti si trovano anche diversi testi sull’Inter. Si ricordano soprattutto: “Vade retro Satana - Storie di una vita neroazzurra” (Librificio-Proedi - 2004), “Marco Materazzi - Degno della maglia” (Il Flabello - 2006), la monografia “La Grande Inter Anni ’60” (Cigra 2003 - 2007) e “Armando Picchi - Un nome già scritto Lassù” (Il Melograno - 2011). Da non dimenticare anche: “Massimo Moratti - Mai visto un cuore così grande” (Il Flabello - 2006) e il primo libro pubblicato in Italia su Javier Zanetti, “Milano siamo noi - Il cuore del Capitano” (Il Flabello - 2009) . Nel 2013, Arcidiacono, inizia a pensare al sito #INTER (Hashtag Inter) dove si tenterà di parlare di Calcio e dell’Inter diversamente, ma sempre con cuore.
http://www.hashtaginter.it