Ciao Capitano, siete stato Poesia – Questa volta scriverò in prima persona, Maestà, il “Voi” la dedico al Capitano della Roma, ora che siete “diventato uomo” e non potrete più “sentire l’odore dell’erba, così da vicino”. In un mondo di mediocri dove l’Onore e la parola data non esistono più Voi rappresentate i più alti valori dello sport: rappresentate la fedeltà. Vi abbiamo sempre stimato per questo e gustato per il vostro magnifico, raffinato e concreto gioco. Con noi sareste divenuto Campione d’Europa, ma Voi siete rimastone Campione di Roma: il Re. Vi abbiamo “odiato” quel giorno del calcio da dietro a Mario Balotelli (nella Finale di Coppa Italia 2010)… E non ve l’abbiamo perdonata oggi. Non abbiate paura, ora siete nella Leggenda e a chi verrà sarà difficile credere, ma così, nella Leggenda, si rimane nella Storia per sempre. Nella Storia dello sport internazionale, della nostra Nazionale azzurra, della Roma. Le prossime notti sognerete la Curva giallorossa che canta: “Un Capitano, c’è solo un Capitano!”. Sono stati 28 anni bellissimi. Voi affermate che non sapete scrivere poesie, ma non è così, la Poesia non è soltanto scritta in versi, magari a mano, con una penna antica. La Poesia è anche dare emozioni come avete fatto voi e non solo con i tifosi della vostra squadra. La Poesia è saper far sognare, emozionare, piangere. Il prossimo Campionato italiano inizierà senza Voi in campo, ma in ogni caso, sarà sempre: Totti goal! La luce non è spenta.
