“Vedi Napoli e poi muori”, con questo titolo esistono due film (uno del 1924 e uno del 1951), poi, un documentario (del 2006). Questa espressione esprime la “Napolitudine”, quella sensazione di malinconia che prende i cuori sensibili quando si lascia il Capoluogo campano e, da una nave, si vede il golfo allontanarsi. Un sentimento descritto da poeti, cantori e scrittori. L’ultima partita dell’Inter a San Siro ha lasciato un nodo in gola simile a quanto provato da turisti e un tempo dagli emigranti napoletani nell’allontanarsi per mare da Napoli. Lo stesso è avvenuto ascoltando alcune dichiarazioni nei giorni seguenti. Sì, è vero, ieri (sabato, 7 Maggio) Pioli ha dichiarato: “Mi auguro che sia il momento di tornare a vincere. Siamo tutti pronti e attenti…” (…) “…dobbiamo fare di tutto per tornare a vincere. Le motivazioni ci sono…” e questo dovrebbe rincuorare. Ma è altrettanto vero che Pioli ha anche detto: “Difficile dire qualcosa ai nostri tifosi che stanno facendo tutto e di più per sostenere la squadra. I tifosi sono da primi posti, noi dobbiamo dimostrare di esserlo. Non ci riusciremo in questa stagione, ma sono convinto che questa annata porterà un’esperienza su cui costruire qualcosa di importante.”. Sinceramente siamo in accordo con lui sul fatto che il lavoro di quest’anno è stato importante e porterà farina al nostro sacco, ma, nemmeno troppo velatamente, è emerso quanto non ci aspettavamo: per quanto riguarda il presente si è mollato.
Non capiamo le motivazioni, perché facendo delle analisi “fredde”, distaccate dalla nostra passione per l’Inter, il vero dramma sta nel fatto di avere perso gare consecutivamente. Se, invece, approfondiamo la ricerca riguardando le singole partite (e lo abbiamo fatto) tutta questa crisi nel gioco non ci sarebbe. Distrazioni sì, errori clamorosi sì, cali di rendimento sì, ma alla fine, come sostiene sempre Eusebio Di Francesco (allenatore del Sassuolo), non si può sempre cercare (o meglio: ricercare) le motivazioni di un risultato di una partita nella “scarsa” prova di una squadra (di solito la più blasonata). A volte bisognerebbe porre più attenzione nel valore dell’avversario, nelle condizioni in cui una sconfitta o “un pareggio troppo stretto” si è verificato. Facile sostenere che a Crotone una squadra come l’Inter deve vincere, perché il Crotone è sul fondo della classifica. Facile dire che a Firenze l’Inter non può prendere cinque goal. Qualcuno ha pensato che la Fiorentina ne ha presi quattro? Sulle partite con il Milan e con il Napoli (ma soprattutto su quella con il Milan) noi crediamo che davvero vi sia poco di imputabile all’Inter. I nerazzurri sono quelli di Torino contro la Juventus. Sconfitti sì, anche in quell’occasione, ma che nessuno si è mai sentito di criticare. Questo nostro messaggio non è per i tifosi sempre critici ed esigenti, ma è per i giocatori, per Stefano Pioli, galantuomo, ma che dovrebbe imparare ad alzare un pochino di più la voce. Non intendiamo “urlare”, non intendiamo “sgridare”, ma semplicemente usare un tono paternamente e fraternamente severo. Gli faccia rivedere la partita con la Juve, Mister, gli faccia rivedere quella con il Milan. Si può ancora dimostrare di essere l’Inter, poi, se si arriva al settimo posto nessuno recriminerà, ma almeno che sia da Inter.