È sicuramente una faccenda di punti di vista… È nota la nostra posizione (se vogliamo in parte “contraddittoria”) che, se da un lato – per “tradizione” – gradisce l’ormai storico binomio “donne e motori”, dall’altro desidera evidenziare certi eccessi dei tempi moderni, almeno in determinate occasioni. L’osservazione del fenomeno in occasione dell’E.I.C.M.A. è sempre stata al centro della nostra attenzione che di problemi femminili ci siamo per tanti anni occupati profondamente, professionalmente, attraverso importanti studi seri che poco hanno a che fare con l’integrismo femminista.
Alla Esposizione Internazionale Ciclo e Motociclo di Milano del 2016, la più fotografata è stata certamente la GSX R posta sulla pedana rotante, al centro dello stand della Suzuki. Poche le postazioni (in tutta l’esposizione) in cui si poteva fotografare così bene una moto. Ma – per la maggior parte del tempo – sulla moto c’era una ragazza molto giovane, una di quelle che si presentava tra le più attraenti del “Salone”, sia per pose, sia per costume indossato. Bisognava attendere parecchio se si desiderava fotografare solo la moto.
La ragazza ostentava, posizioni (come si è detto) e sguardi. Non si può certo negare. Attorno alla pedana, era evidente, i visitatori si accalcavano: ragazzi e uomini di tutte le età. E via, con fotocamere, telefonini, tablet, telecamere, iPod… Primi piani di ogni tipo, specialmente sulla parte che si accomoda sulla sella della moto, sollevata spesso con compiacenza dalla giovane. Sovente, il tutto, accompagnato da commenti che, davvero, lasciano capire che “l’eguaglianza” è solo un sogno per illusi e inetti. Ciò che in certe occasioni può sfiorare il pensiero tale deve rimanere e sfiorire poco dopo.
Sarebbe, però, bastato essere un pochino più attenti, oppure, fissare i teleobiettivi sul volto della hostess, invece che sul sedere, per capire che sotto a tale compiacenza per se stessa, in fondo, c’era davvero una ragazzina, forse appena maggiorenne. Una ragazzina che a volte mostrava anche un certo sconforto, perché alcune frasi le arrivavano all’orecchio e, così, il suo sguardo passava da ammaliante a uno strano sorriso forzato e, poi, a una smorfia… tutta da interpetrare. È sicuramente una faccenda di punti di vista…